Sanità privata, Cgil-Cisl-Uil mobilitate per il rinnovo
Un preaccordo sul contratto collettivo nazionale della sanità privata da far sottoscrivere azienda per azienda e spingere così le associazioni datoriali a chiudere una vertenza che dura ormai da troppi mesi.
Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl lanciano unitariamente l’iniziativa, dopo l’avvio di un percorso presentato in conferenza stampa il 6 luglio scorso, rivendicando le ragioni dei lavoratori della sanità privata che attendono il rinnovo da 4 anni, quando nello stesso periodo negli altri comparti pubblici e privati sono stati firmati ben 2 bienni contrattuali.
Per questo durante il mese di settembre le federazioni del pubblico impiego avvieranno una mobilitazione capillare e permanente in tutte le strutture sanitarie private e chiederanno alle controparti la sottoscrizione di un pre-contratto che sarà uguale e varrà per tutti i lavoratori.
«In questo modo – sostengono le segreterie nazionali del pubblico impiego – vogliamo che sia messo nero su bianco l’impegno dei datori di lavoro a firmare i nuovi contratti. Impegno che finora è mancato e che ha visto prevalere un atteggiamento di chiusura al negoziato. Ora siamo stanchi delle scuse e vogliamo dare una svolta al rinnovo. Con la firma del pre-accordo, infatti, ogni singolo datore di lavoro sarà messo di fronte a responsabilità certe. E noi ne pretenderemo il rispetto fino alla definizione e sottoscrizione del contratto nazionale. I lavoratori della sanità privata lavorano ogni giorno per assicurare buoni servizi ai cittadini: vogliamo che siano riconosciuti loro la stessa dignità e le stesse opportunità dei colleghi delle strutture sanitarie pubbliche».
La mobilitazione che accompagnerà l’iniziativa sarà tesa a coinvolgere i lavoratori del settore, insieme agli utenti dei servizi e alle Istituzioni. «Fino ad oggi Ministero e regioni si sono limitati a dichiarare una grave difficoltà ad intervenire. Noi chiediamo invece un impegno tangibile ad agevolare una rapida conclusione della vertenza: a partire dal rinnovo del contratto nazionale come presupposto ineludibile all’adeguamento delle tariffe e dall’apertura di un confronto con gli assessorati regionali affinché il rinnovo ed il rispetto del contratto nazionale vengano inseriti tra i requisiti dell’accreditamento. Ma in questa battaglia è essenziale sensibilizzare anche i cittadini, che a buon diritto pretendono servizi sanitari adeguati ed efficienti».