Il sondaggio choc finisce in tribunale
di Marco Ballico
TRIESTE L’Università di Trieste smentisce, il sindacato va in Procura. Il giallo del sondaggio telefonico sul pubblico impiego regionale si complica. E assume contorni giudiziari. Perché Cgil, Uil, Ugl e Cisal, le sigle che non hanno sottoscritto la preintesa sul biennio economico 2008-09, non si accontentano di sapere che a commissionare il sondaggio alla Marker di Mestre è stato, di sua iniziativa e non su incarico dell’Ateneo, un docente universitario, Paolo Feltrin. «Mentre la legge vieta di effettuare indagini sulle opinioni sindacali del lavoratore – spiega Mafalda Ferletti della Cgil – la parte datoriale non si è opposta alle telefonate. Lo segnaleremo a Procura e Corte dei conti». La vicenda è emersa due giorni fa sulla base delle segnalazioni di alcuni dipendenti pubblici. Da venerdì scorso la società Marker di Mestre, riferiscono le segreterie sindacali, telefonava ai lavoratori «ponendo domande prima generiche sul pubblico impiego e poi più precise sul contratto di comparto, fino a chiedere il sindacato di appartenenza». Immediata la lettera di diffida delle quattro sigle a Regione, Anci, Upi e Uncem, con la citazione dell’articolo 8 della legge 300 del 1970, che vieta di effettuare indagini anche a mezzo di terzi su opinioni politiche, religiose o sindacali del lavoratore e la conseguente richiesta di sapere «chi abbia commissionato o autorizzato l’indagine». Indagine, è la conclusione perentoria dei sindacati, «da far cessare immediatamente perché illegittima». A far luce sul committente, in realtà, ci ha pensato la stessa Marker: «Lavoriamo per l’Università di Trieste». Ma ieri, a sorpresa, ecco la smentita. «L’Università di Trieste – recita una nota – non ha commissionato alcuna indagine volta ad acquisire opinioni da parte di dipendenti pubblici su temi politici o sindacali». Il committente è invece un docente «che avrebbe operato individualmente, e nell’esclusiva sua responsabilità, nell’ambito della propria attività di ricerca». Il rettore, Francesco Peroni, aggiunge: «Approfondiremo le modalità dell’iniziativa ma non rispondiamo delle attività individuali di ricerca dei docenti». A spiegare come sono andate le cose è proprio il diretto interessato, il politologo Feltrin: «Si tratta di un’attività puramente accademica. L’indagine, che tra l’altro sto svolgendo in tutta Italia, mira a capire quali sono le opinioni dei dipendenti. La rappresentanza sindacale? Quella si ricava più semplicemente dal numero degli iscritti». Al sindacato, però, non basta. «Rimane aperta la questione di chi ha fornito alla società veneta i numeri di telefono dei dipendenti – afferma Ferletti – e va denunciata la mancata opposizione dell’amministrazione, la stessa che in questi giorni di consultazione sul comparto unico ci ha impedito di muoverci con le nostre urne al Comune di Trieste». Di qui la decisione di Cgil, Uil, Ugl e Cisal di depositare una segnalazione alla magistratura. «In tempi brevissimi», assicura la segretaria della Cgil funzione pubblica. (Dal Piccolo, Regione)
Stop all’indagine illegittima – Il volantino