«Più fondi per sanità , welfare e giovani». La Cgil scende in piazza
La Cgil scende in piazza contro la giunta Tondo. «Vogliamo dare un segnale forte», dichiara il segretario regionale Franco Belci, annunciando una manifestazione di protesta che si terrà a Trieste, sotto il Consiglio regionale, nella mattinata di martedì 26 luglio, in concomitanza con l’avvio della discussione in aula sulle variazioni di bilancio. L’obiettivo è di portare nel capoluogo regionale almeno 1.000, 1.500 persone.
La mobilitazione nasce dalla mancanza di risposte alle rivendicazioni avanzate unitariamente dai sindacati sulla manovra estiva, che chiedono l’aumento dei fondi per l’assistenza domiciliare, per l’abbattimento delle rette delle case di riposo, per le assunzioni di personale sanitario e per il finanziamento della legge sui giovani ancora ferma in Consiglio. Sotto il profilo strettamente finanziario, la Cgil valuta complessivamente in 24 milioni le poste necessarie per dare una risposta positiva alle richieste dei sindacati, di cui 9 per l’assistenza domiciliare e i restanti 15 equamente divisi tra assunzioni in sanità, case di riposo e legge sui giovani. Quanto alle possibili fonti di finanziamento, Belci insiste sulla necessità di dimezzare la dotazione di 20 milioni che la manovra assegna ai consiglieri e sull’opportunità di rinviare gli interventi per le ristrutturazioni di sedi e uffici, sui quali sono stati stanziati 16 milioni.
Ma la Cgil rivendica anche l’esigenza di avviare un confronto sui 38 milioni di avanzo maturati nel comparto sanità, derivanti dall’applicazione del decreto Brunetta sul congelamento degli aumenti salariali: «Sono soldi dei lavoratori – spiega Belci – il cui utilizzo deve essere discusso col sindacato». Anche la mancanza di un confronto reale con la Giunta, del resto, è tra i principali motivi della manifestazione del 26 luglio: «Il caso della manovra di assestamento – prosegue il segretario – è stata l’ennesima prova di scarsa educazione politica di questa amministrazione, che non ha mai risposto alle richieste avanzate unitariamente dai sindacati».
Da qui la scelta della mobilitazione, che la Cgil ha proposto anche alle segreterie regionali di Cisl e Uil: «Le quali – precisa Belci – hanno invece espresso sensibilità diverse. Noi le rispettiamo, ma crediamo sia giunto il momento di dare un segnale forte alla Giunta, al Consiglio e a tutta la cittadinanza». Resta però l’obiettivo di coinvolgere nella manifestazione altri soggetti, «a partire dalle rappresentanze degli ordini professionali, del personale sanitario e dell’associazionismo che hanno già mostrato di condividere le nostre posizioni in materia di sanità e welfare».