Scontro sugli stipendi dei dipendenti Ater
di Gianpaolo Sarti TRIESTE «Si è ingenerato un pensiero che i lavoratori delle Ater abbiano stipendi altissimi, nulla di più inesatto». Le segreterie regionali di Cisl Fp, Cgil Fp, Uil Fpl e Confsal, rappresentate rispettivamente da Massimo Bevilacqua, Mafalda Ferletti, Luciano Bressan e Fulvio Fantini, contestano i dati diffusi nei giorni scorsi dall’assessore Mariagrazia Santoro in risposta al presidente della Provincia di Udine, il leghista Pietro Fontanini. Quest’ultimo, mettendo a confronto le retribuzioni dei cinque entri territoriali del Fvg, ha fatto notare una presunta «pioggia di favoritismi« a vantaggio di Trieste nei premi di produzione annuali.
Santoro ha replicato spiegando che la spesa per il personale è più alta nel pordenonese, laddove il costo medio per dipendente «è di 53.034 euro con Pordenone che tocca i 59.608 euro, Gorizia 55.836, Alto Friuli 55.304, Trieste 51.621 e Udine 49.912». Cifre che non trovano d’accordo le parti sociali: «Non sono veritiere», è l’accusa. «Ci si domanda se gli amministratori che si permettono tempo e denaro pubblici, abbiano mai incontrato e condiviso con le parti sindacali alcunché prima di sparare giudizi e divulgare all’opinione pubblica dati sugli stipendi elaborati in modo fantasioso», polemizzano le single sindacali. «La situazione reale si legge dal numero del personale impiegato in ogni Ater e dalla discrasia tra personale inquadrato tra livello impiegatizio, del loro stipendio, e di contro – precisano – dalla percentuale di dirigenti e posizioni apicali, che in media assorbono la bellezza del 24%, con punte di ben il 37% (Alto Friuli) e 31% (Gorizia) dello stipendio dell’intero costo del personale dipendente totale».
Non manca una sottolineatura sul processo di riforma in atto, «che non trae origine dal malfunzionamento degli enti stessi, tutti con bilancio in attivo, bensì da un quadro oggettivo di immutate condizioni economiche-sociali a carattere globale. Dette mutate condizioni generali, che hanno inciso e stanno incidendo in maniera così profonda sull’intero settore casa, vedasi crisi dell’edilizia, crisi dei mutui, povertà crescente con aumento vertiginoso della morosità – è l’analisi dei sindacati – non possono e non devono essere addebitati, da parte della classe politica, ai dipendenti delle singole Ater in maniera alcuna».
Infine, rivolgendosi a Fontanini, «invece di gettare benzina sul fuoco come sta facendo il presidente della provincia di Udine, solo allo scopo di allargare il malcontento mettendo i cittadini-utenti contro i cittadini- dipendenti, sappia che gli accordi decentrati sono frutto di trattativa fra le parti e non di regalie, trattativa che non accetteremo venga spazzata via dalla riforma che invece dovrà , con l’assessore regionale, trovare quella sintesi per predisporre nuove relazioni sindacali nei tempi stabiliti con gli attuali amministratori unici».