Croce rossa di Udine, la vertenza continua
Continua la vertenza tra la Cgil Funzione pubblica e la Rosce rossa di Udine. «A tutela dei diritti dei lavoratori», infatti, la categoria ha inviato una formale diffida ai vertici dell’ente, nella quale si chiede «il ripristino di buone condizioni di lavoro e di servizio con radicali modifiche dell’attuale situazione», che il segretario provinciale della Fp Andrea Traunero definisce «assolutamente intollerabile».
Sotto accusa i carichi di lavoro, «pesantissimi a causa della carenza di personale», a causa, spiega ancora Traunero, del forte aumento della mole di lavoro rispetto alle convenzioni firmate nel 2012, senza un corrispondente incremento di personale. È per fare fronte alle crescenti esigenze, chiarisce Traunero, che i dipendenti sono costretti a molte ore di straordinario. «Straordinario – aggiunge il segretario Fp – che alla Croce rossa di Udine non viene pagato proporzionalmente alle ore prestate, come in ogni altro luogo di lavoro. Alla Cri si pagano “a prescindere”, come direbbe Totò, cioè con un forfait mensile di 100 euro al mese, anche se le ore prestate dovessero corrispondere, come spesso accade, a indennità di 200 o 300 euro mensili. Per di più è stata tolto il pagamento dell’indennità di rischio, che prima era riconosciuta ai lavoratori».
L’altro problema sollevato dalla Cgil riguarda l’eccessiva pesantezza dei turni: «Bisognerebbe evitare – questa la richiesta – orari che si accavallano e che portano a lavorare per un tale numero di ore da mettere a rischio la lucidità operativa degli operatori. Anche in questo caso, il rischio è che passi un’impostazione che considera la privatizzazione dei servizi come uno strumento per contenere i costi a danno di operatori e utenti». Da qui l’invio della diffida, sulla quale la Cgil attende la risposta dell’ente. «In base alla quale – conclude Traunero – decideremo come continuare questa battaglia di giustizia e di efficienza».