Terzo Settore, continua la mobilitazione dei lavoratori dei servizi educativi e assistenziali
Non cessa lo stato di agitazione dei lavoratori delle coop sociali impegnati nel settore educativo e socio-educativo, circa 6mila addetti in Fvg, preoccupati per la situazione di perenne stallo dei servizi e per la ormai prossima scadenza degli ammortizzatori sociali. L’incontro tenutosi questa mattina a Trieste tra i sindacati, la Prefettura e l’assessore regionale agli Enti locali Pierpaolo Roberti, assente invece l’Anci, non ha portato a una composizione della vertenza in atto con i Comuni della regione, nei confronti dei quali lavoratori e sindacati rivendicano l’applicazione dell’articolo 48 del decreto Cura Italia, in merito alla riorganizzazione dei servizi da parte dei Comuni e al pagamento dei lavoratori fermi o vittime di pesanti taglio di orario.
«Come elemento nuovo – spiega la segretaria generale della Fp-Cgil Friuli Venezia Giulia Orietta Olivo – è emersa la disponibilità della Regione a un incontro con i sindacati sulle linee guida per i centri estivi, su cui chiediamo qualche modifica, con la partecipazione anche dell’assessore al Lavoro. Positiva anche la risposta della Prefettura, che ha accettato di farsi portavoce nei confronti del Governo dell’esigenza di portare a 18 settimane consecutive, in luogo delle attuali 13, la copertura degli ammortizzatori sociali erogati dal Fondo integrativo salariale (Fis) dell’Inps. Per quanto riguarda l’applicazione dell’articolo 48, invece, l’assessore Roberti ci ha spiegato che è di competenza dei singoli Comuni, senza alcuna possibilità della Regione di vincolarli in tal senso. L’assenza dell’Anci, inoltre, non ha consentito alcun passo avanti su questo versante». Da qui la scelta dei sindacati di “congelare” lo stato di agitazione in attesa di risposte da Roma sugli ammortizzatori sociali, sollecitate anche a livello nazionale dei sindacati, e dell’esito dell’incontro sui centri estivi. «Ma lo stato di agitazione resta – conclude Olivo – finché non verrà scongiurata la prospettiva, per questi lavoratori, di un’intera estate senza lavoro e senza reddito».