«No alla mobilità forzata verso altri ospedali». Sos delle ostetriche di San Daniele
Chiarezza sul futuro del punto nascita dell’ospedale di San Daniele. A chiederlo, in una lettera sono le ostetriche in servizio nel reparto, «un gruppo affiatato e consolidato – scrivono in una lettera aperta – che ha raggiunto obiettivi assai invidiabili in regione».
Tra i fiori all’occhiello, ricordano le ostetriche, «la presenza di sole ostetriche in reparto, sala parto e nido che ruotano nei diversi turni garantendo uniformità di assistenza e di cure, l’ambulatorio della gravidanza a basso rischio gestito dalle ostetriche che ha visto la sua realizzazione nel 2012, molto prima rispetto all’attuazione da parte della Regione nel 2018». Risultati che le lavoratrici rivendicano con orgoglio, ma manifestando nel contempo la preoccupazione, condivisa dal segretario provinciale della Funzione pubblica Cgil Andrea Traunero, che tutto questo possa essere messo a repentaglio da alcune scelte organizzative prese dall’Azienda sanitaria per far fronte all’emergenza Covid. «Da un mese a questa parte – si legge – i nostri turni di lavoro sono continuamente modificati a causa di notevoli difficoltà nel reparto di ostetricia del presidio ospedaliero di Tolmezzo; difficoltà che le nostre colleghe di Tolmezzo sono costrette a vivere dall’inizio dell’estate e non a causa di uno stato emergenziale. Infatti è da diverso tempo che l’organico è carente e pertanto, tra imprevisti routinari e la recente problematica delle mancate vaccinazioni, diventa difficile gestire la turnistica in autonomia. Per sopperire a tali criticità , siamo state chiamate a coprire diversi turni di servizio nella sede di Tolmezzo trovandoci a nostra volta carenti, sebbene tutte noi risultiamo adempienti agli obblighi previsti dall’ultima normativa in materia di vaccinazioni».
L’effetto, paradossale, è che i problemi legati alla gestione del personale non vaccinato, a causa delle carenze di organico, vadano a ripercuotersi su un reparto che non solo è un fiore all’occhiello della sanità friulana e regionale, ma dove opera esclusivamente personale vaccinato, e che non sarebbe pertanto nelle condizioni di temere contraccolpi sugli organici a causa della pandemia. Ma non basta. Ad aggravare le preoccupazioni delle ostetriche sul futuro di San Daniele c’è anche «il dirottamento dell’attività di ricovero ordinario pediatrico presso il presidio ospedaliero Santa Maria della Misericordia di Udine e la mancata nomina di primari di diversi reparti». Da qui la richiesta di un chiarimento ai vertici dell’Asufc e indirettamente anche alla Regione: «Vorremmo che qualcuno ci desse delle certezze e chiarisse i nostri dubbi, già esternati mai seriamente presi in considerazione, neanche recentemente».
Il messaggio finale, però, vuole essere una rassicurazione alle famiglie che da molti anni vedono nell’ospedale di San Daniele e nel suo punto nascita un solido punto di riferimento: «Il nostro reparto – scrivono ancora le ostetriche – è carico di molta passione e professionalità che negli anni abbiamo curato e tramutato in progetti e servizi, e noi crediamo di avere il diritto di conoscere il futuro nostro e delle persone che assistiamo. Nonostante venga fatto di tutto per metterci in difficoltà e per minare la nostra dedizione, in ogni caso, l’accoglienza e l’assistenza alle mamme, ai neonati e alle loro famiglie sarà sempre al primo posto ed è proprio per questo che abbiamo pensato di scrivere questi pensieri carichi di preoccupazione».