Risorse aggiuntive regionali, la Cgil dice no all’accordo
«Non ci assumiamo la responsabilità di firmare un accordo che non prevede alcun
incremento dello stanziamento complessivo sulle risorse aggiuntive regionali,
nonostante il progressivo deteriorarsi delle condizioni di lavoro nella sanità
pubblica». La segretaria regionale Orietta Olivo motiva così il no della
Funzione pubblica Cgil all’ipotesi di accordo sulle Rar (risorse aggiuntive
regionali) presentata oggi dall’assessore Riccardi nel corso di un incontro con
i sindacati della sanità , appena conclusosi a Palmanova. «Ci eravamo lasciati prima
del voto – spiega Olivo – con la nostra richiesta di un incremento della
dotazione complessiva sulle Rar, ferma da vent’anni, l’assessore ha insistito
sulla proposta, già avanzata, di una premialità legata esclusivamente al
recupero delle liste di attesa. Recupero che però non può coinvolgere diverse
categorie di lavoratori, ad esempio quelli che operano nelle medicine e nella
sanità territoriale, che hanno subito anch’essi gli effetti dell’aggravarsi dei
turni e delle condizioni di lavoro. Da qui, e dall’assenza di qualsiasi impegno
anche in prospettiva sull’incremento delle Rar, il nostro no all’ipotesi di
accordo».
incremento dello stanziamento complessivo sulle risorse aggiuntive regionali,
nonostante il progressivo deteriorarsi delle condizioni di lavoro nella sanità
pubblica». La segretaria regionale Orietta Olivo motiva così il no della
Funzione pubblica Cgil all’ipotesi di accordo sulle Rar (risorse aggiuntive
regionali) presentata oggi dall’assessore Riccardi nel corso di un incontro con
i sindacati della sanità , appena conclusosi a Palmanova. «Ci eravamo lasciati prima
del voto – spiega Olivo – con la nostra richiesta di un incremento della
dotazione complessiva sulle Rar, ferma da vent’anni, l’assessore ha insistito
sulla proposta, già avanzata, di una premialità legata esclusivamente al
recupero delle liste di attesa. Recupero che però non può coinvolgere diverse
categorie di lavoratori, ad esempio quelli che operano nelle medicine e nella
sanità territoriale, che hanno subito anch’essi gli effetti dell’aggravarsi dei
turni e delle condizioni di lavoro. Da qui, e dall’assenza di qualsiasi impegno
anche in prospettiva sull’incremento delle Rar, il nostro no all’ipotesi di
accordo».