Personale sanitario, cancellare il taglio dell’1%
Cancellare i tagli alla spesa per il personale previsti sulla spesa sanitaria regionale nel 2019. A chiederlo sono la Funzione pubblica Cgil del Friuli Venezia Giulia, con la segretaria generale Orietta Olivo e il responsabile sanità Andrea Traunero, e la segreteria regionale Cgil con la delegata al welfare Rossana Giacaz.
Il vincolo nazionale di ridurre dell’1% la spesa del personale, spiega la Cgil, verrà meno a breve, ragion per cui anche il Friuli Venezia Giulia, come le altre regioni, potrà avere maggiore libertà di manovra nelle assunzioni, per far fronte al mancato turnover degli ultimi anni. Dietro alla presa di posizione della categoria e della segreteria confederale la recentissima bozza di accordo tra le Regioni e i ministeri delle Finanze e della Salute, che farà venire meno, non appena verrà recepita con una norma ad hoc, l’obbligo a ridurre dell’1% i costi del personale sanitario. «L’intesa raggiunta questa settimana, che deve essere formalizzata ma costituisce già una chiara indicazione sul piano politico, cancella il vincolo dell’1%, sostituito da un limite fissato entro i limiti di spesa dell’anno precedente, aumentati di una quota pari al 5% dell’incremento annuale del fondo sanitario regionale», spiegano Olivo, Traunero e Giacaz. «Ecco perché – proseguono i tre sindacalisti – chiediamo alla Regione di modificare le linee di gestione cancellando i tagli e aumentando anzi gli investimenti sul personale. Un’eventuale conferma di quelle linee, infatti, in presenza di un mutamento di rotta come quello che si sta prefigurando a livello nazionale, sarebbe interamente riconducibile alla volontà di questa Giunta regionale». Fp e Cgil, in particolare, insistono sulla necessità di «implementare le assunzioni di infermieri e Oss, per far fronte a una domanda di servizi cui si è risposto, negli ultimi anni, con volumi insostenibili di ricorso allo straordinario, con più di 400mila ore non compensate da recuperi, e alle giornate di ferie non fruite, oltre 300mila».
La Cgil, infine, si dice contraria a un possibile ricorso, ventilato dall’assessore, dell’aumento del ricorso ai privati nell’erogazione dei servizi del servizio sanitario regionale: «La priorità – sostengono la categoria e la Cgil -è quella di garantire l’efficienza e l’esigibilità delle prestazioni del servizio sanitario pubblico, contrastando il peggioramento delle condizioni di lavoro e l’aumento delle liste di attesa, che non possono essere usati come alibi per incrementare il ricorso alla sanità privata. Se il nostro servizio sanitario regionale ha garantito finora prestazioni di qualità elevata rispetto alla media nazionale, del resto, questo è anche in virtù di un ricorso contenuto al convenzionamento con i privati. Non si vedono quindi le ragioni per modificare questa impostazione virtuosa».