Carcere di Pordenone, aggressioni agli agenti e tensione crescente. Sos Cgil
Due agenti di polizia penitenziaria del carcere di Pordenone sono stati medicati al Pronto soccorso dell’ospedale, e dimessi con 6 giorni di prognosi, in seguito all’aggressione di un detenuto. Si tratta di un cittadino straniero già noto all’amministrazione penitenziaria per altri episodi di analoga natura, di cui si è reso più volte protagonista negli scorsi mesi, sempre a Pordenone. A farlo sapere sono Mauro Cenci, responsabile delle amministrazioni statali nella segreteria regionale della Funzione pubblica Cgil, e Luca Munno della Fp-Cgil Pordenone.
Ma a minacciare la sicurezza di chi opera nella casa circondariale di Pordenone, denuncia ancora la Cgil, non sono soltanto situazioni episodiche, sia pure ripetute, come l’aggressione di lunedì. «Ad aggravare ulteriormente il quadro – spiegano Cenci e Munno – è la carenza cronica di personale. Gli agenti in servizio sono duramente provati dal mancato o insufficiente ricambio dei collegi pensionati o trasferiti in altre sedi, che causa un progressivo e ormai insostenibile aumento dei carichi di lavoro, con il ricorso allo straordinario che arriva a valori medi di 40-50 ore pro capite». Da qui l’appello che la Fp-Cgil lancia all’amministrazione carceraria: «Consideriamo improrogabile – dichiarano ancora i due sindacalisti – l’apertura di un confronto con il Provveditorato e le autorità competenti sull’adozione di un piano d’azione, a partire dal rafforzamento degli organici. È un primo passo obbligato per migliorare il benessere del personale e la sicurezza dell’istituto, di tutti coloro che operano al suo interno e degli stessi detenuti, ribadendo con azioni concrete il valore rieducativo della pena, condiviso da tutte le società democratiche e sancito dall’articolo 27 della nostra Costituzione».