Comparto unico, autogol di Tondo
In queste settimane il presidente della Giunta Regionale Tondo ha più volte dichiarato che il comparto unico è costato 100 milioni di euro e non ha prodotto nessun vantaggio per i cittadini aggiungendo che dovevano esserci mobilità, elasticità di prestazioni e trasferimento di competenze che invece non ci sono state.
Tondo sbaglia clamorosamente. Il comparto unico è determinante per la funzionalità dei servizi pubblici del il sistema regionale ed è figlio della specialità della Regione Fvg. Denigrare il comparto è un clamoroso autogol: non solo si sottovalutano pesantemente i miglioramenti dei servizi, ma si apre la strada a chi vuole mettere in crisi la specialità della regione, già pesantemente attaccata in questi giorni dal ministro Brunetta.
Le affermazioni del presidente sono stupefacenti e gravi poiché non corrispondono minimamente alla realtà dei fatti. Andiamo a vedere perché.
Tondo sbaglia sui costi
Sul versante della spesa non sappiamo chi abbia fornito i dati al presidente, ma una cosa è certa: è stato male informato. Il comparto unico non costa alla Regione 100 milioni di euro, ma complessivamente circa 37 milioni di euro: esattamente 36.911.091 euro come puntualmente indicato nei capitoli 1641 e 1642 del bilancio regionale di previsione per l’anno 2009. Invitiamo il presidente a dare una breve occhiata al bilancio predisposto dalla sua stessa Giunta e approvato dal Consiglio regionale, per rendersi conto dell’esattezza delle cifre fornite dai sindacati.
Se dovessimo invece prendere per buone le affermazioni del presidente Tondo e constatare che esiste una disponibilità di 100 milioni di euro, questo vorrebbe dire che ci sono ancora oltre 63 milioni di euro a disposizione che potrebbero utilmente essere assegnati agli enti locali per essere impegnati per potenziare i servizi a favore dei cittadini, a cominciare dall’assistenza agli anziani. E siamo anche certi, vista l’entità delle risorse ancora disponibili, che si potrebbe rinnovare il contratto 2008-2009 senza alcuna difficoltà e rispettare i patti assunti dall’amministrazione regionale con le associazioni degli enti e le organizzazioni sindacali sul trasferimento dei 7 milioni di euro (3,5 per l’anno 2008 e altrettanti per il 2009) verso il sistema delle autonomie locali, da finalizzare nei confronti del personale coinvolto nelle diverse forme collaborative nonché al personale degli enti già destinatari di trasferimenti di competenze da parte della Regione.
Tondo sbaglia sui servizi ai cittadini
Anche le affermazioni sull’inutilità del comparto dimostrano che il presidente non è a conoscenza delle profonde innovazioni avvenute nel territorio regionale in questi anni. Il comparto unico ed i contratti regionali firmati fino ad oggi hanno consentito infatti di intervenire su due versanti:
– concretizzare la possibilità di dare piena attuazione al decentramento di funzioni agli enti locali che operato dalla Giunta Illy;
– attuare le forme collaborative tra i Comuni attraverso le forme associative introdotte dalla legge 1/2006, consentendo in tal modo la massima integrazione possibile tra gli stessi enti per l’erogazione di migliori servizi nei confronti dei cittadini della nostra regione.
Mentre sul primo punto – il decentramento delle funzioni – la titolarità delle decisioni è dell’amministrazione regionale, sul secondo punto – l’associazionismo – gli enti locali del Fvg hanno già deciso: la quasi totalità dei comuni si sono costituiti in associazioni o unioni, tanto da poter considerare l’intero territorio regionale una “ grande forma associativa”.
Questo grande riforma, che colloca il Fvg al primo posto tra le Regioni italiane, ha ricadute fortemente positive sulla cittadinanza in quanto accorpa, razionalizza e rende più efficaci una serie di servizi che, in precedenza, erano gestiti in modo autonomo e frammentato dai singoli comuni. Tali servizi riguardano il personale, l’area economico-finanziaria, entrate tributarie e servizi fiscali, lavori pubblici, territorio e urbanistica, servizi tecnici e manutentivi, polizia locale, istruzione pubblica. A questi si aggiungono i servizi territoriali di assistenza agli anziani e ai portatori di handicap, gestiti in forma associata o delegati alle Asl.
Tutti questi servizi, come il presidente dovrebbe sapere, sono garantiti ogni giorno dai dipendenti degli enti locali del Fvg che – nonostante la campagna denigratoria contro il pubblico impiego – fanno il loro onesto lavoro con abnegazione, serietà e capacità come riconosciuto dalle stesse associazioni degli enti locali.
Chiediamo pertanto al presidente di “resettare” e aggiornare il suo file sul comparto unico, di difendere nei fatti la specialità del FvgG e di evitare una “Brunettizzazione” del pubblico impiego regionale. Il modo migliore per farlo è accelerare sull’associazionismo degli enti, anziché frenare, migliorare la qualità dei servizi e rinnovare il contratto unico, scaduto da 16 mesi, ai 15.000 lavoratori del comparto.
Le segreterie regionali Fp-Cgil, Fps-Cisl, Uil-Fpl