Coronavirus e ammortizzatori, forte delusione per il decreto. Ospedali sotto pressione
«C’è forte delusione e contrarietà di fronte a un provvedimento che restringe solo alla cosiddetta zona rossa gli strumenti di sostegno al lavoro, alle famiglie e alle imprese, a fronte di effetti economici ben più estesi». Il segretario della Cgil Friuli Venezia Giulia Villiam Pezzetta commenta così i contenuti del decreto sull’emergenza coronavirus varato questa mattina dal Governo. «Ci attendevamo che dal decreto potessero arrivare le prime risposte per quei settori che, anche nella nostra regione, stanno subendo pesantemente i contraccolpi di un’emergenza sanitaria sui cui tempi, oltretutto, non c’è alcuna certezza. Ecco perché – aggiunge Pezzetta – valuteremo assieme a Cisl e Uil eventuali iniziative di mobilitazione sul decreto e invitiamo la Giunta regionale a farsi parte attiva, non soltanto nel tornare a rivendicare nei confronti del Governo l’esigenza di estendere il perimetro delle misure, ma anche individuando, nell’ambito più ampio delle misure anticrisi e facendo leva sull’autonomia speciale, nuovi possibili strumenti propri d’intervento a sostegno di lavoratori e imprese, in linea con quanto avevamo già chiesto all’assessore Rosolen in occasione del tavolo di concertazione di giovedì».
Altra fonte di preoccupazione, per la Cgil, la situazione della sanità pubblica, dove l’emergenza coronavirus sta aggravando i problemi legati alle carenze di personale. A rilevarlo sia Rossana Giacaz, responsabile sanità e welfare della segreteria confederale, sia il sindacato di categoria, la Funzione pubblica, che con la segretaria regionale Orietta Olivo rinnova l’appello per una campagna straordinaria di assunzioni in un comparto che nel 2019, dopo dieci anni di ridotto turnover, ha dovuto subire il taglio di ulteriori 300 posti. «Se da un lato – commenta Giacaz – c’è una comprensibile aspirazione di un ritorno alla normalità , dobbiamo essere consapevoli che l’emergenza è destinata a durare e che in prima linea ci sono proprio i lavoratori della sanità pubblica. Per questi motivi, e in considerazione dei carichi di lavoro già pesantissimi, riteniamo che sia necessario implementare il numero di operatori con assunzioni straordinarie immediate per garantire la copertura dei turni e la sostenibilità delle misure assunte per ragioni sanitarie o precauzionali, per poi procedere alla loro stabilizzazione dopo la fine dell’emergenza, dove più pesanti sono le carenze di personale». Tra le richieste in campo anche quella di una quota aggiuntiva, nell’ambito della contrattazione annuale sulle risorse aggiuntive regionali, per progetti e misure di prevenzione legati all’emergenza coronavirus.