Croce Rossa di Udine, diritti in picchiata per gli operatori
Salari e tutele contrattuali in picchiata per i lavoratori, circa un
centinaio sul territorio provinciale, della Croce Rossa di Udine. A
segnalare il caso è il segretario provinciale della Funzione pubblica
Cgil Andrea Traunero, che denuncia taglia salariali del 30% come effetto
del contratto di prossimità siglato nel luglio scorso siglato a livello
aziendale, ma non sottoscritto dalla Cgil. «Siamo alla fase due –
spiega Traunero – di un ribasso salariale iniziato nel 2014 con la
sostanziale privatizzazione del comitato provinciale Cri, passato dal
contratto degli enti pubblici non economici a quello Anpas. Con
l’accordo di quest’anno, firmato prima che scadessero le convenzioni
aperte, si è avviata a una riduzione di salari e tutele molto più
pesante. Contro questi ribassi pesantissimi la Cgil ha chiesto una serie
di incontri per riaprire i tavoli di trattativa con i vertici
dell’ente, ma fino ad ora le risposte sono state solo abbozzate e la
questione non è per nulla risolta. La Cri, anzi, ha già comunicato ai
lavoratori diverse modifiche e sta già attuando parti del contratto
Anpas senza discutere con le parti sociali».
Il dubbio della Cgil è
che l’obiettivo sia quello di rendere l’azienda meno costosa e più
competitiva «a spese di chi ci lavora», per prepararla alle nuove
convenzioni con il servizio sanitario regionale. «Una strategia che
respingiamo – prosegue Traunero – perché non è ammissibile percorrere
una strada che incrementa progressivamente gli orari e i livelli di
stress, riducendo salari e diritti dei lavoratori e determinando nel
contempo un drastico calo della qualità dei servizi offerti ai cittadini
che ne hanno bisogno».
La Cgil invoca un cambio rotta. «Chiediamo
alla Croce Rotta, e ancor prima alle Aziende sanitarie coinvolte e
all’Assessore regionale alla Sanità , di scrivere una pagina
completamente nuova – spiega ancora Traunero – mettendo al centro i
diritti degli utenti e dei lavoratori. Serve una riforma organica del
servizio, stabilendo gli standard, i modelli di riferimento, protocolli
per i rapporti tra servizio sanitario e volontariato, ragionando sugli
organici e valorizzando i professionisti dell’emergenza. L’esatto
contrario di una logica basata sulle esternalizzazioni selvagge, con
personale ridotto all’osso e con diritti in picchiata». Queste le
richieste che la Cgil lancia alle controparti, chiedendo la rapida
convocazione di un tavolo con le Aziende sanitarie e la Croce rossa.
«Con l’obiettivo – conclude il segretario della Fp Cgil – di contrastare
una logica di privatizzazione diffusa che già in altri settori
sensibili come quello dell’assistenza sta facendo emergere casi
clamorosi di violazione dei diritti degli utenti».
centinaio sul territorio provinciale, della Croce Rossa di Udine. A
segnalare il caso è il segretario provinciale della Funzione pubblica
Cgil Andrea Traunero, che denuncia taglia salariali del 30% come effetto
del contratto di prossimità siglato nel luglio scorso siglato a livello
aziendale, ma non sottoscritto dalla Cgil. «Siamo alla fase due –
spiega Traunero – di un ribasso salariale iniziato nel 2014 con la
sostanziale privatizzazione del comitato provinciale Cri, passato dal
contratto degli enti pubblici non economici a quello Anpas. Con
l’accordo di quest’anno, firmato prima che scadessero le convenzioni
aperte, si è avviata a una riduzione di salari e tutele molto più
pesante. Contro questi ribassi pesantissimi la Cgil ha chiesto una serie
di incontri per riaprire i tavoli di trattativa con i vertici
dell’ente, ma fino ad ora le risposte sono state solo abbozzate e la
questione non è per nulla risolta. La Cri, anzi, ha già comunicato ai
lavoratori diverse modifiche e sta già attuando parti del contratto
Anpas senza discutere con le parti sociali».
Il dubbio della Cgil è
che l’obiettivo sia quello di rendere l’azienda meno costosa e più
competitiva «a spese di chi ci lavora», per prepararla alle nuove
convenzioni con il servizio sanitario regionale. «Una strategia che
respingiamo – prosegue Traunero – perché non è ammissibile percorrere
una strada che incrementa progressivamente gli orari e i livelli di
stress, riducendo salari e diritti dei lavoratori e determinando nel
contempo un drastico calo della qualità dei servizi offerti ai cittadini
che ne hanno bisogno».
La Cgil invoca un cambio rotta. «Chiediamo
alla Croce Rotta, e ancor prima alle Aziende sanitarie coinvolte e
all’Assessore regionale alla Sanità , di scrivere una pagina
completamente nuova – spiega ancora Traunero – mettendo al centro i
diritti degli utenti e dei lavoratori. Serve una riforma organica del
servizio, stabilendo gli standard, i modelli di riferimento, protocolli
per i rapporti tra servizio sanitario e volontariato, ragionando sugli
organici e valorizzando i professionisti dell’emergenza. L’esatto
contrario di una logica basata sulle esternalizzazioni selvagge, con
personale ridotto all’osso e con diritti in picchiata». Queste le
richieste che la Cgil lancia alle controparti, chiedendo la rapida
convocazione di un tavolo con le Aziende sanitarie e la Croce rossa.
«Con l’obiettivo – conclude il segretario della Fp Cgil – di contrastare
una logica di privatizzazione diffusa che già in altri settori
sensibili come quello dell’assistenza sta facendo emergere casi
clamorosi di violazione dei diritti degli utenti».