Emergenza infortuni, potenziare il personale delle Aas destinato ai controlli
Sono stati 8, in base ai dati Inail, gli infortuni mortali in occasione di lavoro verificatisi in Friuli Venezia Giulia nei primi 4 mesi dell’anno, ma il numero sale a 10, contro i 9 del periodo gennaio-aprile 2017, se a questi si aggiungono i due infortuni mortali in itinere. Tutto questo dopo un 2018 che ha visto in regione 26 morti bianche, 6 in più rispetto al 2016, con uno degli indici più alti a livello nazionale nel rapporto tra infortuni mortali e numero di occupati. Un altissimo costo in termini umani e sociali, cui si sommano anche i costi economici della mancata prevenzione. Altissimi anch’essi, se è vero che infortuni e malattie professionali, a livello europeo, hanno un’incidenza di oltre 3 punti percentuali sul prodotto interno lordo. È quanto ricordano le segreterie di Cgil, Cisl e Uil Friuli Venezia Giulia nella premessa della piattaforma regionale su salute e sicurezza sul lavoro, presentata oggi agli esecutivi unitari delle tre confederazioni e all’opinione pubblica.
CONFRONTO. Si tratta di un documento molto sintetico, con una serie di ben precise richieste di carattere tecnico operativo, «come base per la rapida apertura di un confronto, come presupposto necessario per un’azione comune in materia di sicurezza« da parte dei sindacati, delle associazioni datoriali, della Regione, delle aziende sanitarie e dell’Inail.
PIÙ CONTROLLI. Tra i punti salienti, in primissimo piano la richiesta di nuove assunzioni per potenziare gli organici delle strutture di prevenzione e vigilanza delle aziende sanitarie (Socpsal), in modo da permettere un maggior numero di controlli, che i sindacati chiedono inoltre di non eseguire in modo concordato, ma senza preavviso. Sempre in un’ottica di potenziamento della vigilanza, i sindacati chiedono inoltre di concentrare i controlli nelle aziende non iscritte ad enti bilaterali, in quanto prive di rappresentante territoriale sulla sicurezza, e di destinare alle strutture di vigilanza delle Aas fondi specifici ricavati dalle risorse aggiuntive del servizio sanitario regionale. Altra proposta quella di un maggiore coordinamento tra le Socpsal e i rappresentanti sindacali per la sicurezza, sia aziendali che territoriali.
EMERGENZA APPALTI. Tra le proposte più innovative della piattaforma quella relativa all’istituzione, da finanziare con fondi regionali, di un rappresentante per la sicurezza di sito in quelle realtà come gli appalti, dove, pur non essendo obbligatoria per legge, questa figura si renda necessaria per vigilare sulla prevenzione e sulla gestione delle norme antinfortunistiche in presenza di molte aziende di piccole dimensioni e di diversi inquadramenti contrattuali. Ribadita inoltre la richiesta di un protocollo regionale contro le gare di appalto al massimo ribasso, quantomeno nel settore pubblico, «perché la mancata prevenzione nasce spesso da logiche mirate al drastico contenimento dei costi, spesso a scapito anche della sicurezza».
FORMAZIONE. Ultimi ma non meno importanti i temi della formazione in materia di sicurezza, cui Cgil-Cisl-Uil chiedono di destinare quote specifiche dei fondi Por-Fesr, e del corretto funzionamento del Comitato di coordinamento regionale per la sicurezza, che – ricordano i sindacati – «deve riunirsi per legge almeno ogni tre mesi e deve avvalersi anche, per il suo funzionamento, della sua sotto-commissione, recentemente istituita». L’obiettivo è di affiancargli anche «tavoli di competenza territoriale che ricalchino, con regole più snelle, il Comitato regionale, per assicurare un’osservazione più stretta e precisa del territorio di competenza e per creare una vera e propria rete fra i diversi attori della sicurezza».