«Emergenza liste di attesa, l’Asufc ci presenti un piano per ridurle»
L’erogazione di prestazioni affidata al privato accreditato deve rappresentare una soluzione «temporanea e residuale». È quanto ha chiesto il segretario provinciale della Funzione pubblica Cgil Andrea Traunero in una lettera inviata alla direzione generale dell’Asufc, per sollecitare l’avvio di un confronto trasparente e costruttivo con il sindacato sulle misure assunte e programmate per il recupero delle liste di attesa.
Dietro all’appello della Cgil la consapevolezza del forte pregresso accumulato, e la constatazione di tempi di attesa che nei casi più gravi sforano i 2-3 mesi per visite con priorità B e che per alcune prestazioni (vedi la tabella allegata) vedono addirittura l’impossibilità di prenotare prestazioni a livello di distretto o sull’intero territorio provinciale. «È noto – spiega Traunero – che il Covid ha determinato nel 2020 e nel 2021 una sensibile riduzione dei ricoveri e delle attività ambulatoriali. Dietro a queste riduzioni, purtroppo, ci sono vite umane, persone alle quali è stato detto che dovevano attendere per il ricovero o per effettuare accertamenti o che l’intervento chirurgico a cui dovevano sottoporsi è stato rimandato a data da destinarsi. Se non si vuole arrivare fuori tempo massimo, con persone che presentano un quadro clinico ormai compromesso dal decorso della malattia, è indispensabile incominciare a ridurre i tempi di attesa».
Questo obiettivo del tavolo di confronto rivendicato dalla Cgil Funzione pubblica Udine, che chiede di «tenere costantemente informate e coinvolte le parti sindacali sulle tempistiche e sul modello organizzativo che l’Asufc intende adottare per la riduzione delle liste di attesa, in un’ottica condivisa di individuazione di prestazioni sanitarie eseguite in primis dalle strutture pubbliche.
In un contesto tuttora condizionato dal Covid, «oltre che da strutturali carenze di organico», rimarca Traunero, si teme un ulteriore allungamento delle liste d’attesa. «E in una logica di programmazione- spiega il segretario della Fp Cgil Udine – un piano dovrebbe indicare non solo le modalità operative, ma anche i tempi di risoluzione del problema attraverso un monitoraggio da effettuare periodicamente, anche con l’obiettivo di recuperare i ritardi accumulati incrementando l’orario di apertura degli ambulatori e valorizzando il lavoro del personale sanitario pubblico. In quest’ottica riteniamo fondamentale dare corso a un robusto e rapido piano di assunzioni e a un utilizzo delle risorse aggiuntive regionali (Rar) 2021 finalizzato anche ad incentivare l’abbattimento delle liste di attesa, oltre che a premiare l’impegno profuso dal personale nel contrasto alla pandemia. Solo così – conclude Traunero – si potrà dare una risposta diretta e pubblica per risolvere il problema delle liste di attesa, senza delegarne la soluzione al privato e snaturare il ruolo fondamentale del servizio sanitario pubblico.