Emergenza personale, la Fp-Cgil Udine diffida l’Asucf
Duecento unità di personale in meno rispetto alla situazione pre-emergenza, un livello di straordinari che nei primi sei mesi del 2020 è salito quasi del 40% rispetto ai volumi già altissimi del 2019, un sensibile aumento anche del ricorso ai richiamo in servizio e ai cambi di turno. In questi numeri il polso di un’emergenza personale che si aggrava, e che ha spinto la Funzione pubblica Cgil di Udine, con il segretario Andrea Traunero, a chiedere «interventi risolutivi e urgentissimi« ai vertici dell’Azienda sanitaria universitaria del Friuli centrale. Traunero, che ha inviato la lettera anche al ministro Speranza e per conoscenza alla Procura di Udine.
PALMANOVA E REPARTI COVID. Le criticità denunciate dalla Cgil non riguardano soltanto i numeri. Traunero, ad esempio, solleva il problema del personale dipendente Asufc spostato per coprire turni presso Strutture private, «nelle quali molto spesso le attività di contrasto all’espandersi del virus sono inadeguate e richiederebbero un continuo controllo da parte dell”˜Azienda sanitaria, vista la possibile messa a rischio della salute degli operatori stessi e degli utenti». Il segretario Fp parla di condizioni critiche anche nel reparto Covid a Palmanova, inerenti sia fornitura dei materiali, le mancate pause, l’inadeguatezza degli spogliatoi, per le esigue dimensioni e per l’eccessiva vicinanza alla zona “sporca”, difficile interazione tra il personale, confluito da diverse strutture. In via generale la Fp-Cgil chiede «l’attuazione immediata dei controlli nelle strutture private su cui sono state fatte segnalazionu, forniture adeguate di calzari e tute, destinazione ai personale stabile alle cucine, per garantire la corretta distribuzione dei pasti e il supporto ai pazienti non autonomi, più computer e accessi alla rete informatica nei reparti Covid, un centro d’ascolto per garantire supporto psicologico ai dipendenti».
ALTRI PUNTI CRITICI. Criticità vengono segnalate anche riguardo alla residenza Zaffiro di Udine, adibita a reparto Covid con distacco di personale pubblico proveniente dal Gervasutta, e ad altri spostamenti di personale pubblico verso strutture private, non sempre avvenuti, secondo la Cgil, con le dovute garanzie e tenendo conto dell’impatto sui turni di lavoro. Da qui la richiesta di «un repentino riscontro risolutivo del problema, la cui assenza comporterebbe per la scrivente l’obbligo di intervenire in ogni modo e in ogni sede opportuna ai fini di tutelare al tempo stesso la cittadinanza e gli operatori».