Garlatti, da moralizzatore a superconsulente

LETTERA APERTA AGLI AMMINISTRATORI DEGLI ENTI LOCALI DEL FVG
La crisi morde gli italiani, le risorse economiche scarseggiano, il governo fa tirare la cinghia ai cittadini e vara un decreto che taglierà ancora le risorse alle amministrazioni locali.
Quelle stesse amministrazioni locali che stanno facendo notevoli sforzi per adeguarsi a questa nuova stagione della cosa pubblica, costretti a tener conto del blocco delle assunzioni e del turn over, privati di una rilevante percentuale di trasferimenti statali e regionali, nonostante l’aumento delle competenze.  Eppure in questo clima recessivo, dove la disoccupazione strutturale, soprattutto giovanile si avvia a toccare record storici del 35%, sembra che qualcuno non voglia rinunciare alle proprie rendite di posizione.
Docente universitario di prima fascia all’Università di Udine, facoltà di Economia, con una busta paga decisamente pesante, ex assessore regionale dimessosi a giugno dopo aver maturato il vitalizio e subito transitato nel consiglio di amministrazione della società pubblica regionale Insiel, nonché direttore scientifico in pectore della costituenda Scuola Regionale di formazione della pubblica amministrazione, incarico disegnato ad personam con provvedimento legislativo con un pesantissimo compenso a regime di 120.000 euro annui, e ancora consulente al tavolo di confronto delle associazioni delle autonomie designato dal nuovo assessore De Anna.
Parliamo del professor Andrea Garlatti presunto moralizzatore economico della cosa pubblica regionale, che nel suo percorso governativo ha ottenuto, anche se oltre il tempo massimo visto che le dimissioni le aveva già date, il suo miglior risultato nel moltiplicare, un po’ come è stato fatto qualche tempo fa con i pani e i pesci, le posizioni organizzative della macchina regionale, salite al numero di 159 dal 1 settembre 2012, con un evidente aumento di spesa, il tutto tenendo conto del fatto che all’insediamento aveva dichiarato che il suo obiettivo era la loro abolizione!!
Non contento di collezionare numerosi, prestigiosi e ben retribuiti incarichi pubblici, l’esimio professore troverebbe ora, ci consta, il tempo per reclamizzare le sue virtù taumaturgiche proponendosi nei Comuni come consulente in forma privata, per il controllo di gestione e la riorganizzazione del personale.
Forma privata consentita legittimamente dal comma 6 dell’articolo 10 dello statuto della costituenda Scuola di formazione, ma che lascia qualche dubbio di opportunità e di compatibilità con la sua cattedra universitaria a tempo pieno e indeterminato, retribuita con i soldi versati dai contribuenti alla fiscalità generale e le tasse degli studenti.
Non è dato sapere ufficialmente quali siano le tariffe richieste alle esangui casse degli enti per queste consulenze proposte, anche se si parla di (parecchie) migliaia di euro a consulenza. Consulenze proposte peraltro con grande forza persuasiva ai segretari ed ai sindaci delle amministrazioni contattate, vista la grande e prestigiosa figura professionale dalla quale esse provengono.
È ancora da chiarire poi, se queste consulenze saranno effettivamente effettuate dal professore o se esse saranno “appaltate” alla società Main srl, società con la quale lo stesso Garlatti collabora abitualmente (come riportato dal suo curriculum vitae reperibile in rete), forse perché entrambi, società e professore, hanno eletto la residenza al medesimo indirizzo del centro di Udine, nei pressi di Piazza I Maggio.
Non mettendo in alcun dubbio la preparazione professionale di Garlatti, risulta quanto mai stucchevole la concentrazione di attribuzioni di notevole prestigio e ritorno economico in capo ad un’unica persona, quando le parole d’ordine delle pubbliche amministrazioni sono razionalizzazione, taglio delle consulenze esterne, politica di risparmio e ottimizzazione delle risorse.
Ma, per nostro conto, ci permettiamo di ricordare alcuni dei successi del prof Garlatti in qualità di assessore regionale:
– leggi regionali in tema di personale, scopiazzate malamente da quelle nazionali, nel solo intento di essere punitive nei confronti dei lavoratori, altro che riorganizzazioni;
– riduzione del personale del comparto unico Fvg, risultato più volte magnificato da Garlatti, che però altro non è che l’applicazione in chiave regionale del blocco del turn over nazionale
Nessuna idea innovativa è stata prodotta negli anni del mandato dal pensiero dell’Assessore, a proposito del cui operato ricordiamo piuttosto con quali e quante difficoltà sia stato siglato il contratto regionale di lavoro, dopo anni di discussioni e passando attraverso leggi regionali (impugnate dal governo nazionale) che bloccavano la contrattazione e il dialogo con i rappresentanti dei lavoratori e la funzione stessa del contratto di lavoro.
È davvero a questo tipo di curriculum che le amministrazioni locali ora intendono affidare la riorganizzazione del proprio ente?
Sottolineando inoltre che, più che di ennesime riorganizzazioni che servono solo a coloro che le propongono, dopo anni di tagli, ingiurie, sterili attacchi sotto il nome di fannullonismo, servirebbero investimenti in grado di ridare motivazione e senso di appartenenza, orgoglio del lavoro pubblico. Vera formazione (che invece si taglia) e non, quindi, riorganizzazioni a colpi di consulenze esterne, perché solitamente le amministrazioni comunali hanno professionalità interne sufficientemente preparate e perché le riorganizzazioni andrebbero attuate sempre con la piena condivisione dei lavoratori, altrimenti – non nascondiamocelo – sono destinate a fallire.
Come nel caso degli sperperi dei quali quotidianamente leggiamo sui giornali, non c’è nulla di illegale o illecito nella procedura, ma nel merito della scelta e dell’etica sulla spesa delle risorse pubbliche, siete altrettanto certi che sia così?
Che di fronte, ad esempio, al ridicolo taglio del buono pasto dei lavoratori sia lecito eticamente, in faccia ai cittadini ed ai lavoratori, spendere migliaia di euro per acquistare prestazioni all’esterno?
Invitiamo pubblicamente attraverso questa nota gli amministratori a valutare bene, ancora più che in passato, la scelta di consulenze e incarichi affidati all’esterno: l’opinione pubblica non è più disposta a sorridere di sprechi e mancanze, mentre si tagliano pesantemente i servizi rivolti alla cittadinanza.
La segreteria provinciale Fp-Cgil Gorizia