Giù le mani dalle liquidazioni dei dipendenti pubblici
Nel maxiemendamento al D.L 5/2009 (Misure di sostegno dei settori industriali in crisi), è stata presentata una proposta di emendamento, respinta dal Presidente della Camera Gianfranco Fini, che prevede per gli anni 2009-2010-2011, per tutti i dipendenti di strutture pubbliche, compresi quelli del comparto sicurezza (esclusi magistrati, docenti universitari, e dirigenti medici responsabili di strutture complesse), oltre al pensionamento sistematico alla maturazione dei 40 anni di anzianità massima contributiva, anche il congelamento delle rispettive liquidazioni fino al 1 gennaio del 2013.
L’emendamento in questione, di fatto, oltre ad obbligare i dipendenti al pensionamento (tra questi rientrano anche i medici, visto che nell’emendamento sono chiaramente esclusi solo i “dirigenti medici responsabili di strutture complesse”), li priva per un periodo che va dai 4 ai 2 anni di un loro diritto acquisito, la liquidazione appunto. Un provvedimento palesemente incostituzionale, quindi respinto dalla presidenza della Camera.
Il Governo, che ha posto la fiducia sul testo, ha già tentato di far approvare questo emendamento alla Camera e adesso lo riproporrà al Senato. Qualora una tale misura dovesse essere approvata, troverà tutta la nostra opposizione in tutte le sedi, in difesa di un diritto acquisito dei lavoratori, inalienabile, su cui non ammettiamo deroghe.
Rivolgiamo un appello al Presidente Schifani, al quale chiediamo di scongiurare questa eventualità. Allo stesso modo chiediamo alle altre organizzazioni sindacali, in primis Cisl e Uil, di pronunciarsi. Ci interesserebbe poi sapere cosa ne pensi il Ministro competente, Renato Brunetta, al quale chiediamo di motivare una tale scelta. Se le ragioni fossero esclusivamente “di cassa”, se cioè come pare si congelassero le liquidazioni per sopperire alle attuali difficoltà dell’erario, l’ingiustizia di un tale provvedimento sarebbe incommentabile, e causerebbe un’ondata di protesta e indignazione senza precedenti.