Gorizia, comune «bocciato» in prevenzione. La Cgil punta il dito sulla giunta Ziberna
«Siamo in una fase critica e dobbiamo mettere in campo tutte le forze possibili per contrastare il Covid». A dichiararlo, nei giorni scorsi, il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, rimarcando nel contempo l’importante contributo del capoluogo isontino nel contrasto all’epidemia, in particolare con il reparto Covid del suo ospedale. C’è però una contraddizione tra le parole del primo cittadino e le scelte concrete adottate dal Comune di fronte all’epidemia. Ne è convinta la Funzione pubblica Cgil, che con il segretario provinciale Alessandro Crizman punta il dito sull’amministrazione e denuncia l’assenza di passi avanti, da parte del Comune, a quasi un mese dalla proclamazione dello stato di agitazione del personale, indetto dai sindacati di categoria proprio per denunciare le carenze delle misure di prevenzione all’interno del municipio. «È paradossale – denuncia Crizman – che il Comune continui a non rispettare norme che tutti noi, cittadini e aziende, siamo chiamati a rispettare, con lacune e inadempienze che la Polizia locale sanzionerebbe prontamente se fossero rilevate all’ingresso di un negozio o di un ufficio privato, come il controllo non continuativo delle modalità di accesso alla sede municipale o la mancata rilevazione della temperatura di chi entra».
La Fp Cgil, inoltre, continua a rilevare un ricorso allo smart working che, in piena seconda ondata e con i nuovi contagi al picco storico, resta lontanissimo dai livelli di aprile: Nonostante le norme nazionali e le indicazioni regionali prescrivano di ricorrere al lavoro agile come modalità ordinaria di svolgimento delle prestazioni, quindi prevalente rispetto al lavoro in presenza, oggi risultano in smart working poco più di quaranta dipendenti, solo il 12% dell’organico complessivo, contro i 160 di aprile», rimarca ancora Crizman. Che definisce poi «sconcertante e al limite del grottesco, se non fosse per la sua gravità sotto il profilo della prevenzione», la scelta di organizzare in presenza un recente corso di formazione destinato a parecchie decine di lavoratori, «e paradossalmente dedicato proprio alle misure di contrasto all’epidemia».
Da qui la necessità inderogabile, per la Fp-Cgil, di una «rigorosa attenzione alla sicurezza dei lavoratori e dei cittadini che accedono al Comune, che non possono essere trasformati – ammonisce Crizman – in un potenziale veicolo di contagi, purtroppo saliti in questa seconda ondata sopra a quota 400, dopo che la prima era passata con ripercussioni decisamente meno pesanti, sia nei numeri ufficiali dei casi sia in termini di impatto sulle strutture ospedaliere». Un appello che il segretario della Fp-Cgil lancia non soltanto al sindaco, ma a tutti i componenti della Giunta «E in particolare – puntualizza – all’assessore al welfare Silvana Romano, che ha ironizzato sui sonni tranquilli dei dipendenti comunali. Quei dipendenti che continuano a garantire puntualmente il loro contributo sia da casa, con tutti i disagi del caso, sia in Comune, pur nella consapevolezza che lavorando in municipio, vista l’attenzione che questo Comune dedica alla prevenzione, ci sia ben poco da stare sereni».