I sindacati del Fvg: «Sì allo sciopero del pubblico impiego»
TRIESTE Franco Belci, segretario della Cgil, ha spiegato che lo sciopero è competenza delle categorie. Ma le categorie sono pronte: «Sì, lo sciopero è inevitabile». Cgil, Cisl e Uil dicono di non riuscire nemmeno a incontrare Andrea Garlatti e Vladimir Kosic e sono pronte a mandare in piazza 40mila dipendenti pubblici del Friuli Venezia Giulia, i lavoratori della Regione, delle Province, dei Comuni e della sanità regionale.
Il contratto del comparto unico – quasi 16mila lavoratori degli enti locali – è scaduto da 22 mesi. E il sindacato non digerisce che, dal cambio della guardia De Anna-Garlatti, nulla si è mosso. Trattativa congelata, Areran “inerte”, ha rilevato Belci. Tutto questo mentre il nuovo assessore al Personale proclama la necessità del blocco delle assunzioni, pure in sanità, e si dice pronto a recepire almeno in parte la riforma Brunetta. Materia sufficiente per inquietare in primis
Tutto questo, insistono Baldassi e Valent, «mentre i cittadini rimangono a terra con i concreti problemi di tutti i giorni: liste d’attesa eterne, enormi difficoltà a trovare un posto in asilo nido per i figli, rette sempre più alte nelle case di riposo».
Che fare per evitare lo sciopero? «Per Kosic – afferma
«Forse le stelle stanno a guardare le evoluzioni celesti dei due assessori, ma chi lavora nel pubblico impiego no, non sta a guardare – concludono i segretari della Cgil -: la richiesta di una risposta forte a questa giunta sale dai posti di lavoro e si avvicina sempre di più il momento di uno sciopero unitario dei quasi 40mila lavoratori del comparto unico e della sanità per un welfare all’altezza dei bisogni dei cittadini italiani e stranieri e dei diritti dei lavoratori».
Una posizione fotocopiata dalla Uil con il segretario regionale del pubblico impiego Luciano Bressan: «Non ci sarà altro da fare vista l’assenza di confronto. I lavoratori hanno bisogno di risposte nel breve vista la crisi economica».