Il Consiglio regionale alleggerisce 16mila buste paga
Chi parla di «pacco di Natale» e chi di «nuovo schiavismo». I sindacati vanno giù duro all’inizio del 2010. Hanno scoperto che, mentre i consiglieri regionali si facevano il regalo sui rimborsi, ai 16mila lavoratori del comparto unico in attesa da due anni del rinnovo del contratto venivano modificate le regole dell’indennità di vacanza contrattuale. Il risultato? Dai 16 ai 26 euro al mese in meno a seconda delle categorie di inquadramento.
Un emendamento della Finanziaria regionale ha cancellato la norma che stabiliva, per la vacanza contrattuale, un’indennità corrispondente al 50% della somma dei tassi di inflazione programmata. E l’ha sostituita con una nuova misura che prevede lo 0,50% dello stipendio tabellare anno lordo. Il confronto, con tabella, lo fa
«Non bastavano oltre 140mila euro all’anno tra indennità e rimborsi vari – attacca Giancarlo Valent -, 50mila di indennità di mandato per ogni legislatura, una pensioncina a 60 anni di 2mila euro al mese per una legislatura (5.900 euro per due e 6.500 euro per quattro). Il Consiglio si è fatto un bel regalo di fine anno con un ulteriore aumento della ”mensa” e del rimborso chilometrico: 180 euro di incremento mensile per gli eletti di Trieste, 320 per quelli di Gorizia, 410 per quelli di Udine, 570 per carnici e pordenonesi. A chi tanto e a chi niente: per il comparto unico ecco un bel ”pacco”».
Molto critico anche Alpis Zujst Friuli Venezia Giulia. «Finora – scrive Marino Kermac – ci avevano tacciato di essere assenteisti, fannulloni, scansafatiche, mangiapane a tradimento; ci hanno negato, di fatto, un contratto che garantiva solo il recupero, ma neanche quello se si calcola il “fiscal-drag”, di quanto perso in potere d’acquisto negli ultimi due anni. Adesso, per legge, annullando la contrattazione, hanno definito il nuovo schiavismo del 2010».
Valent, ironizzando sulla coerenza, ricorda che nel luglio 2007 «autorevoli esponenti dell’attuale maggioranza avevano presentato la proposta di legge numero 266 sul contenimento dei costi della politica». E ancora Kermac avverte: «È davvero troppo. Sarebbe opportuno che i lavoratori prendessero coscienza della loro forza. Se per legge viene tolta quella contrattuale, si dovrebbe iniziare a usare quella elettorale: il comparto unico conta 16mila lavoratori, il che significa almeno 16mila voti. Si dovrebbe iniziare a usarli a sfavore di chi si dimostra insensibile ai ”diritti” del lavoratore pubblico, senza nessuna remora per colore o segno politico». (m.b.)