La Cgil Fvg a Roma, venerdì mattina le prime partenze
Venti pullman in partenza per Roma già nella prima mattinata di domani, altri trenta e un treno speciale in serata. Tutto pronto, nelle cinque Camere del Lavoro del Friuli Venezia Giulia, in vista della grande manifestazione nazionale di sabato 4 aprile, che vedrà sfilare nelle strade della capitale oltre tremila lavoratori e pensionati della nostra regione.
I primi a raggiungere Roma saranno proprio i pensionati dello Spi-Cgil, che partiranno nella mattinata di domani. «Per noi – spiega il segretario regionale del Sindacato pensionati Cgil Gio Batta Degano – si tratta della terza mobilitazione nel giro di un mese: dopo la manifestazione nazionale dello Spi tenutasi il 5 marzo a piazza Navona, infatti, siamo scesi in piazza a fianco della Cgil anche in occasione dello sciopero regionale del 5 marzo. E sabato a Roma saremo in 1.200, perché le proposte anticrisi della Cgil coincidono in pieno con le nostre: per far ripartire l’economia, infatti, la prima cosa da fare è sostenere i redditi dei lavoratori e dei pensionati».
I lavoratori attivi, invece, si muoveranno in serata. Previsti, come detto, trenta pullman, con partenze da Tolmezzo (ore 20.30), Gemona (ore 21), Udine (ore 21), Trieste (21), Monfalcone (21), Pordenone (ore 21.30) e Porcia (ore 22). I punti di partenza sono di norma quelle delle sedi territoriali Cgil, con l’eccezione di Trieste (piazzale Risiera) e Monfalcone (area Gaslini, via Velentinis). Prevista inoltre una corriera speciale dalla Electrolux di Porcia (alle 22), mentre i pullman di Udine faranno tappa anche ai caselli di San Giorgio (ore 21.30) e Latisana, dove raccoglieranno una nutrita delegazione dei lavoratori della Caffaro e della Safilo. Gli ultimi a partire saranno i cinquecento del treno speciale, che lascerà la stazione di Trieste alle 0.43 di sabato, per poi fare tappa a Monfalcone (1.09), Gorizia (1.29), Udine (1.57), Codroipo (2.13), Casarsa (2.22), Pordenone (2.33) e Sacile (2.43).
«Una macchina organizzativa – commenta il segretario regionale Franco Belci – che ricalca quella messa in campo in occasione della grande manifestazione in difesa dell’articolo 18, nel marzo del 2002. Oltre tremila persone in partenza per Roma sono la testimonianza di una grande capacità di mobilitazione e di un malessere diffuso tra i lavoratori e i pensionati, che non vogliono essere le vittime predestinate di questa crisi. Significativi, del resto, anche i quasi 50mila voti espressi in regione nel referendum sull’accordo separato».
A proposito del referendum Belci risponde all’attacco del segretario regionale della Uil Luca Visentini, che aveva definito «una mistificazione» i dati resi noti martedì dalla Cgil sull’esito della consultazione: «Il referendum – dichiara Belci – non è stato fatto contro qualcuno, ma per verificare la volontà dei lavoratori, in assenza di un accordo unitario e di una disponibilità di Cisl e Uil alla consultazione. In quanto ai numeri, ribadisco che hanno votato quasi 50.000 lavoratori, dei quali 45.000 hanno bocciato l’accordo, a fronte dei 79.000 del referendum unitario sul welfare del 2007, risultato che allora, e giustamente, giudicammo eccezionale. Ognuno può fare i propri conti, ma non definire “una mistificazione” un percorso democratico certificato. Prima ancora che alla Cgil, è un’offesa ai lavoratori che hanno votato. E le offese non favoriscono certo i rapporti unitari».