La trasparenza zoppa di Brunetta
In questi giorni le varie amministrazioni pubbliche stanno dando corso alla circolare n.3 del dipartimento della funzione pubblica, diffusa il 17 luglio e relativa all’art.21 della Legge 69/09. La norma, che negli intenti del ministro Brunetta doveva essere il viatico per la trasparenza nella pubblica amministrazione, obbliga le singole amministrazioni a pubblicare sui propri siti i curriculum dei dirigenti, le loro retribuzioni, i recapiti lavorativi e i tassi di assenza e di presenza del personale di ogni ufficio.
Continua così la pesante opera di delegittimazione del lavoro pubblico ad opera del ministro Brunetta, questa volta non a mezzo stampa, ma mediante provvedimenti amministrativi. È il caso delle assenze, che la circolare chiede vengano aggregate per ufficio e senza alcuna distinzione sulla loro natura. Così il ministro, con l’ennesima operazione di mistificazione statistic”, calcola in un tutt’uno malattia e congedi obbligatori per maternità, ferie e permessi per assistenza agli invalidi, donazioni di sangue e aspettativa.
L’ennesima operazione “verità”, tanto inutile al rilancio della pubblica amministrazione quanto mediaticamente efficace.
Sul fronte della trasparenza, altro cavallo di battaglia del ministro insieme alla lotta al cosiddetto “fannullonismo”, la circolare prevede la pubblicazione delle retribuzioni dei dirigenti, come pomposamente annunciato da Brunetta, ma solo per quel che riguarda le voci contrattuali, quindi esclusi eventuali altri incarichi, consulenze ed attività libero-professionali. Semplicemente inutile. Questi dati sono già disponibili ed accessibili a tutti tramite la consultazione dei contratti nazionali, strumento con il quale il ministro vive un rapporto idiosincratico. Parafrasando Brunetta: il bastone e la carota. Ad ognuno il suo.
Carlo Podda, segretario generale Fp-Cgil