«Operatori sanitari e vaccino, incerti i tempi e le modalità della campagna»
Nessuna percentuale, ma al momento solo la consapevolezza che una parte di operatori sociosanitari non disposti a vaccinarsi sia da mettere in preventivo. La segretaria regionale della Funzione pubblica Cgil Orietta Olivo commenta così l’ipotesi che tra il personale degli ospedali e delle case di riposo possa esserci una quota di obiettori. «Casi di questo tipo dobbiamo aspettarcene, dal momento che stiamo parlando di una libera scelta. La sensazione, però, è che stiamo mettendo il carro avanti ai buoi. Il problema vero, in questo momento, è esattamente quello opposto: quello di far sapere al personale che intende vaccinarsi, e che rappresenta sicuramente un’ampia maggioranza, quando e come potrà farlo». Il sindacato, da parte sua, si attende un’adesione massiccia tra i lavoratori. «Stiamo mettendo in campo una forte azione di moral suasion in tal senso – spiega Olivo – e facciamo appello al senso di responsabilità di tutti i lavoratori».
La preoccupazione vera, come anticipato da Olivo, è sui tempi e sulle modalità della campagna. «L’unico atto ufficiale sulle procedure – spiega ancora la segretaria Fp-Cgil – è la circolare diffusa la scorsa settimana dall’Asugi, che di fatto invitava il personale sanitario a prenotare la vaccinazione tramite il Cup. Il che ci lascia a dir poco perplessi, visto che non sembra esserci alcun percorso prioritario per i lavoratori della sanità e delle case dei riposo, al di là delle prime vaccinazioni, poco più che dimostrative, di questi giorni. Per quanto riguarda le altre aziende sanitarie, invece, si è ipotizzato il 4 gennaio come data di partenza, ma siamo fermi ai si dice, senza atti scritti né sui tempi né sulle modalità di adesione del personale. Ecco perché è prematuro parlare di obiezione: quello di cui dovremmo preoccuparci è di consentire al personale sociosanitario che vuole vaccinarsi di poterlo fare nel più breve tempo possibile e possibilmente senza dover passare attraverso il Cup».