Ospizio marino, un campanello d’allarme per la Regione
La vicenda dell’Ospizio Marino di Grado, così come è ricostruita dai giornali, mette in luce una degenerazione della presenza del privato in Sanità. Gli intrecci con la politica, nelle sue forme più squallide, e il perseguimento di interessi personali ai quali è stato sacrificato ogni principio di corretta amministrazione, tanto più importante in una onlus, devono costituire un campanello di allarme e indurre ad una attenta sorveglianza da parte degli enti pubblici, Regione in primis.
È necessario definire requisiti e forme di accreditamento degli enti privati tali da garantire l’efficienza e la continuità dei servizi e da consentirne il controllo puntuale da parte della Regione. È una richiesta che abbiamo già fatto all’assessore Kosic per le case di riposo e sulla quale non abbiamo ricevuto risposta. Se non si procederà in questo senso potremmo avere altre situazioni che rischiano di colpire, alla fine, lavoratori e utenza. Per quanto ci riguarda, abbiamo chiesto e continueremo a chiedere risposte certe per i lavoratori e un intervento pubblico che garantisca alle persone disabili quei servizi che l’Ospizio avrebbe dovuto fornire.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg