Pensioni, dal Governo solo le briciole. In 800 a Torino dal Fvg
Poco più di 4mila lavoratori a livello nazionale e meno di 100 in Friuli Venezia Giulia. Questo, secondo le stime della Cgil, l’impatto che avrebbe la proposta del Governo sulle pensioni in termini di esclusione dall’aumento dell’età pensionabile a 67 anni previsto per il 2019. A renderlo noto, nel corso del direttivo regionale tenutosi questa mattina a Udine, il segretario confederale della Cgil nazionale Vincenzo Colla e Villiam Pezzetta, segretario generale della Cgil Fvg. Minimo anche l’impegno che le modifiche illustrate dal Governo comporterebbero sui conti pubblici: in tutto appena 60 milioni complessivi nel triennio 2018-2020 tra estensione della platea dei lavori gravosi e sgravi fiscali sulla previdenza complementare, di cui soltanto 4 milioni nel 2018.
5 MANIFESTAZIONI. Queste, nel merito, le principali ragioni che hanno portato la Cgil a scegliere, da sola, la strada della mobilitazione, con una data già fissata per sabato 2 dicembre, quando si terranno cinque manifestazioni a livello nazionale: Torino per il nord Italia, con una massiccia partecipazione annunciata anche dal Friuli Venezia Giulia, Roma, Bari, Cagliari e Palermo per il centro, il sud e le isole.
IMPATTO MINIMO. «Il risultato del lungo confronto sulla previdenza, cifre alla mano, è fortemente inferiore alle aspettative e alle richieste che avevamo avanzato assieme a Cgil, Cisl e Uil. Così come è deludente il bilancio delle principali misure che erano state messe in campo in attuazione della fase 1 del confronto, chiusa nel 2016, in particolare riguardo ad Ape social e lavoratori precoci», ha spiegato Pezzetta. «In prima istanza – ha infatti ricordato il numero uno della Cgil regionale – sono state accolte soltanto 21mila delle 66mila domande a livello nazionale, a fronte di una platea attesa di 60mila beneficiari per il 2017, e 453 su 1.346 a livello regionale, di cui 247 di Ape social e 206 di precoci. Né c’è alcuna garanzia, come ha avuto modo di precisare l’Inps, di un consistente recupero sulle domande in corso di riesame, che sono poco più della metà delle 45mila bocciate».
OTTOCENTO DAL FVG. Queste le ragioni del no della Cgil a una proposta di accordo che apre sì all’ipotesi di un nuovo confronto sui temi dell’aspettativa di vita, della separazione tra assistenza e previdenza, ma senza nessun impegno di spesa concreto, al momento, se non quelli sull’estensione della platea dei lavori gravosi e della fiscalità sulla previdenza integrativa. Troppo poco di fronte alle richieste dei sindacati, che puntavano anche a un maggiore tutela previdenziale per le donne e la maternità , e in genere a un’azione più incisiva per ridurre l’impatto della riforma Fornero sulla rigidità dl sistema pensionistico e di riflesso anche sull’occupazione giovanile, quella che ha pagato maggiormente le conseguenze della crisi. Anche in Friuli Venezia Giulia. Si spiega così una mobilitazione che si annuncia massiccia anche dalla nostra regione, che il 2 dicembre porterà a Torino non meno di 16 pullman, per una presenza stimata di almeno 800 persone.