Precariato e visite fiscali, dietrofront del Governo
Molta strada rimane ancora da fare per far ricredere il Governo e in particolare i ministri Tremonti e Brunetta sui danni che con i loro provvedimenti hanno arrecato e stanno arrecando al mondo del lavoro pubblico. Con il dl 112/2008 (decreto Tremonti-Brunetta dell’estate 2008) sono stati sottratti dalle tasche dei lavoratori pubblici importi che oscillano dai 50 ai 300 euro mensili, sono state introdotte norme vessatorie in caso di malattia con fasce di reperibilità paragonabili a forme di arresti domiciliari o nella fruizione di permessi, vedi legge 104, con la decurtazione del salario accessorio.
Con il disegno di legge 1167 si ipotizzava il licenziamento di massa dei precari nella pubblica amministrazione.
Fra i provvedimenti contenuti nel decreto anticrisi approvato venerdi 26 giugno dal Consiglio dei ministri alcune norme riguardano il lavoro pubblico.Con particolare soddisfazione, considerandole un successo delle nostre iniziative e campagne di sensibilizzazione, citiamo quelle riguardanti il lavoro precario nella pubblica amministrazione:
– viene cancellata la data del 30 giugno 2009 come termine per le stabilizzazioni (data prevista nella legge 14/2009 e rafforzata nel disegno di legge governativo n. 1167);
– si fa riferimento al triennio 2010-2012 per i processi di stabilizzazione, a differenza di previsioni precedenti che indicavano come data ultima il 31/12/2009.
Al momento, quindi, possiamo ritenere scongiurato il rischio che migliaia di dipendenti perdano il loro posto di lavoro. Inoltre sono stati apportati dei correttivi alle norme riguardanti le assenze per malattia e per permessi retribuiti con l’abrogazione dei commi 3 e 5 dell’articolo 71 del Dl 112/08; vengono ripristinate le fasce orarie di reperibilità precedenti, 10-12 e 17-
È sufficiente?
No, questi provvedimenti sono frutto della battaglia condotta dalla Fp-Cgil ed un barlume alla speranza che il Governo ed il ministro Brunetta abbiano iniziato a ravvedersi. È necessario che procedano presto alla consultazione delle organizzazioni sindacali, con l’auspicio che si apra una nuova fase che porti alla ridefinizione di regole certe che garantiscano i diritti di tutti i lavoratori.
Siano i contratti collettivi di lavoro a svolgere questo compito; quando si vuole, si può fare e lo abbiamo dimostrato, anche unitariamente, con i contratti dei comparti del servizio sanitario nazionale e delle automie locali. In piazza, con gli scioperi e con l’eclatante successo nei referendum per i contratti delle funzioni centrali e dell’Aris sanità privata: con queste manifestazioni democratiche e costruttive abbiamo accompagnato il percorso della sottoscrizione unitaria dei contratti di sanità ed enti locali.