Premi Covid, posizioni ancora distanti
Nella trattativa sui premi Covid le posizioni di sindacati e Regione sono ancora distanti. A confermarlo, anche a nome dei colleghi di Cisl e Uil Orietta Olivo e Luciano Bressan, il segretario della Cisl-Fp Massimo Bevilacqua, nel corso della conferenza stampa convocata per annunciare la mobilitazione unitaria sulla sanità e la manifestazione del 22 luglio a Trieste. «Siamo l’unica regione – spiega – che deve ancora trovare l’intesa sui premi: questo perché non siamo d’accordo sui criteri e anche le platee individuate dalla Regione non sono chiare». I sindacati, che chiedono la definizione di cinque fasce per l’intensità del servizio prestato sul fronte Covid-19, contro le due proposte dalla Giunta. A finanziare il premio, oltre a trasferimenti statali per 9 milioni, anche una parte delle risorse aggiuntive stanziate ogni anno dalla Regione. Da qui la richiesta di un incremento delle dotazioni.
Cgil, Cisl e Uil di categoria, nel denunciare l’utilizzo intensivo dello straordinario (57mila ore tra marzo e maggio), chiedono soprattutto «dati certi« su organici, assunzioni, cessazioni e andamento dei contagi azienda per azienda. «La Regione parla di 400 assunzioni, ma è un dato poco significativo se non sappiamo anche quanti sono gli operatori pensionati e quanti quelli sospesi dal servizio perché contagiati. Ecco perché serve un confronto basato su cifre chiare e trasparenti, azienda per azienda», spiega ancora Bevilacqua.
Terzo nodo la mancanza di un protocollo regionale sulla sicurezza per la sanità . «È paradossale – conclude Bevilacqua – che nel settore più sensibile manchi il comitato regionale previsto dai protocolli nazionali. Ma forse non è un caso e il comitato non c’è per evitare di fornire i dati sui contagi ai sindacati».