«Professionalità congelate, la giunta ha speso più di 13 milioni in consulenze»
di MAFALDA FERLETTI, segretario generale FP Cgil Fvg (dal Messaggero Veneto, Regione)
Il riordino dell’assetto istituzionale della Regione, al quale la Cgil guarda con grandefavore, deve trovare il giusto equilibrio tra la rappresentanza del territorio (forma), i servizi da erogare (quantità e qualità) e l’assetto organizzativo (personale dipendente). Al netto dei luoghi comuni, quest’ultimo riveste infatti un ruolo fondamentale nell’erogazione dei servizi: sono i lavoratori quelli che ogni giorno danno le risposte al cittadino e talvolta diventano il parafulmine di situazioni e scelte organizzative che non dipendono da loro. Va oltretutto ricordato che nella nostra Regione la “spending review” è già stata applicata, anche se spesso con tagli lineari e con una dose di irrazionalità: si è passati in pochi anni dagli oltre 16.000 dipendenti di agli attuali 15.000.
Ma i tagli non possono riguardare solo il personale: notevoli risparmi possonoessere fatti, a cominciare dalle consulenze. Nei giorni scorsi un volume da poco edito ha individuato delle “perle” che riguardano l’ente Regione: un incarico da 26 mila euro affidato per studiare la genetica delle trote e unaltro da 17 mila per rilevare quantità e qualità della neve caduta nell’inverno. Al di là del folclore, sono i dati a parlare: quelli relativi al febbraio 2011 (ma sarebbe interessante averli aggiornati a oggi) dimostrano cheda quando si è insediata, questa Giunta ha speso più di 13 milioni di euro inconsulenze. Possiamo ascrivere anche questi ai costi della “casta”, visto che per il 90% dei casi le professionalità sono rinvenibili all’interno?
Quanto alla convenzione dei servizi tra gli Enti, va ricordato che con la legge regionale n. 1 del 2006 è stato ridisegnato il “sistema” delle Autonomie locali valorizzando la gestione in forma collaborativa o associata dei servizi comunali, da quelli tecnici e manutentivi alla polizia locale e quant’altro gli stessi Comuni ritenevano di gestire in collaborazione. La legge ha portato all’accorpamento volontario di due Comuni (Campolongo-Topogliano); ha prodotto 5 unioni che raggruppano 12 Comuni e 38 associazioni intercomunali che raggruppano 203 Comuni. Un risultato che è stato reso possibile da una buona legge, che ha tuttora gli strumenti necessari per un’avveduta gestione del territorio e del bene pubblico, e dal contratto di lavoro del comparto unico che già dal 2006 ha consentito l’assegnazione del personale alle forme associative e al servizio sociale dei Comuni.
Si tratta di procedere in questa direzione: la contrattazione di Comparto potrebbe prevedere esperienze innovative, ad esempio contribuendo attraverso l’individuazione di progetti-obiettivo al conseguimento di risparmi di gestione con il coinvolgimento diretto dei lavoratori. Una quota dei risparmi potrebbe poi essere tradotta in salario di produttività. Si potrebbe inoltre prevedere una formazione comune dei lavoratori, l’indizione di concorsi unici su base regionale per lo stesso profilo professionale:operazioni che potrebbero facilitare anche i processi di trasformazione delle Province in discussione in questi giorni. Con il Comparto unico gli enti della regione hanno infatti a disposizione uno strumento innovativo capace di rendere concreti i cambiamenti culturali e organizzativi che nel tempo si possono produrre, purché ci sia la volontà del cambiamento e del confronto.
Ma i tagli non possono riguardare solo il personale: notevoli risparmi possonoessere fatti, a cominciare dalle consulenze. Nei giorni scorsi un volume da poco edito ha individuato delle “perle” che riguardano l’ente Regione: un incarico da 26 mila euro affidato per studiare la genetica delle trote e unaltro da 17 mila per rilevare quantità e qualità della neve caduta nell’inverno. Al di là del folclore, sono i dati a parlare: quelli relativi al febbraio 2011 (ma sarebbe interessante averli aggiornati a oggi) dimostrano cheda quando si è insediata, questa Giunta ha speso più di 13 milioni di euro inconsulenze. Possiamo ascrivere anche questi ai costi della “casta”, visto che per il 90% dei casi le professionalità sono rinvenibili all’interno?
Quanto alla convenzione dei servizi tra gli Enti, va ricordato che con la legge regionale n. 1 del 2006 è stato ridisegnato il “sistema” delle Autonomie locali valorizzando la gestione in forma collaborativa o associata dei servizi comunali, da quelli tecnici e manutentivi alla polizia locale e quant’altro gli stessi Comuni ritenevano di gestire in collaborazione. La legge ha portato all’accorpamento volontario di due Comuni (Campolongo-Topogliano); ha prodotto 5 unioni che raggruppano 12 Comuni e 38 associazioni intercomunali che raggruppano 203 Comuni. Un risultato che è stato reso possibile da una buona legge, che ha tuttora gli strumenti necessari per un’avveduta gestione del territorio e del bene pubblico, e dal contratto di lavoro del comparto unico che già dal 2006 ha consentito l’assegnazione del personale alle forme associative e al servizio sociale dei Comuni.
Si tratta di procedere in questa direzione: la contrattazione di Comparto potrebbe prevedere esperienze innovative, ad esempio contribuendo attraverso l’individuazione di progetti-obiettivo al conseguimento di risparmi di gestione con il coinvolgimento diretto dei lavoratori. Una quota dei risparmi potrebbe poi essere tradotta in salario di produttività. Si potrebbe inoltre prevedere una formazione comune dei lavoratori, l’indizione di concorsi unici su base regionale per lo stesso profilo professionale:operazioni che potrebbero facilitare anche i processi di trasformazione delle Province in discussione in questi giorni. Con il Comparto unico gli enti della regione hanno infatti a disposizione uno strumento innovativo capace di rendere concreti i cambiamenti culturali e organizzativi che nel tempo si possono produrre, purché ci sia la volontà del cambiamento e del confronto.