Pronto soccorso, tornano a crescere gli accessi: ospedali e territorio in sofferenza
Situazione «al limite« al pronto soccorso dell’ospedale di Tolmezzo, con picchi di utilizzo che tornano a sfiorare i centro accessi al giorno, e che potrebbero essere sensibilmente ridotti attraverso un’adeguata dotazione di servizi sul territorio. A lanciare l’allarme è la Funzione pubblica Cgil, con il segretario della provincia di Udine Andrea Traunero. «In questi giorni – segnala – non solo Tolmezzo ma tutti i Pronto soccorso che fanno capo all’Asufc hanno registrato un numero decisamente elevato di accessi. Questo senza che siano state rilevate patologie emergenti che possano giustificare riflessi sul sistema dell’emergenza, ma per esigenze che nella maggior parte dei casi potrebbero essere gestite attraverso le strutture territoriali a bassa complessità o rivolgendosi al medico di base». Il flusso, prosegue Traunero, «sembra piuttosto determinato da riacutizzazioni di patologie croniche in una popolazione anziana e fragile, non solo sul piano psico-fisico ma soprattutto sociale, dove piccole mutazioni di un equilibrio già precario generano necessità assistenziali non usuali per un territorio come quello dell’Alto Friuli, che nel periodo estivo e invernale si trova a gestire un bacino di utenza sensibilmente più vasto».
Dopo il drastico calo di accessi in regime di lockdown e nelle settimane successive, gli accessi al pronto soccorso stanno gradualmente tornando ai livelli di pre-emergenza, determinando una situazione difficile da gestire alla luce dei tempi di attesa, dei rischi di sovraffollamento e delle difficili condizioni in cui opera il personale, sia per le carenze di organico sia per effetto delle misure di emergenza. «I pronto soccorso – denuncia ancora Traunero – stanno funzionando ai limiti delle possibilità e gli operatori che ci lavorano stanno stringendo i denti, sperando in un’adeguata riorganizzazione del sistema da parte dell’Azienda sanitaria e della Regione».
Il problema genera conseguenze a caduta sull’organizzazione dell’intera struttura ospedaliera, e non soltanto dei reparti di Pronto Soccorso. «Se la struttura non può accogliere un paziente – prosegue il segretario provinciale della Fp – questo rimane per forza in barella, determinando come effetto domino un rallentamento di tutte le attività e perfino del sistema di emergenza pre-ospedaliero. Le criticità del Pronto Soccorso, del resto, sono uno specchio di un depotenziamento dei servizi che riguarda in particolare Carnia e Alto Friuli. Servizi territoriali, in primis ambulatori e guardie mediche, ma anche ospedalieri: lo dimostra la riduzione dei posti letto nelle aree mediche a Tolmezzo, con soli 68 posti letto, decisa per far fronte alle ferie estive del personale, che potrebbero essere gestire senza tagli con un’adeguata programmazione». Una sofferenza che si estende anche ai centri territoriali per la Salute mentale di Gemona e che non è estranea ai casi sempre più frequenti di tensione nei rapporti tra operatori e utenti, con la crescita di episodi di aggressione, segnalata anche dalle Rsu Cgil dell’Asufc con il delegato Claudio Palma. Da qui, conclude Traunero, l’esigenza sempre più pressante di avviare un tavolo con l’azienda sul rafforzamento degli organici e dei servizi ospedalieri e territoriali.