Sanità Fvg, mille precari in bilico
I tantissimi precari che lavorano nella sanità regionale saranno stabilizzati o mandati a casa dalle decisioni del duo “Renzi/Serracchiani”. Sono davvero tanti i precari delle nostre Aziende sanitarie :un migliaio di cui oltre 600 con contratto subordinato a tempo determinato! Gran parte di essi svolge funzioni sanitarie e presidia posti di prima linea in pronto soccorso, area di emergenza, oncologia, cardio chirurgia, distretti e via di questo passo. Funzioni essenziali in risposta a bisogni di salute primari per i cittadini del Friuli Venezia Giulia.
Le loro vite lavorative, ma anche i servizi che garantiscono, camminano in bilico su un filo teso che può spezzarsi da un momento all’altro. Ad una estremità del filo ci sono un lavoro ed un servizio stabili, all’altra estremità la disoccupazione ed un servizio in crisi. La direzione di marcia giusta verso la stabilità era stata data lo scorso anno da una legge (la 125/2013) varata dal governo Letta che prevedeva 2 cose:
– la stabilizzazione dei precari, con un decreto attuativo del Governo sulle modalità concorsuali in sanità
– la facoltà delle regioni di prorogare i contratti precari fino all’espletamento dei concorsi.
Queste due scelte per un futuro di lavoro e servizi stabili in sanità , fino ad ora, non sono state fatte né a Roma né qui. Né da Renzi , né dalla Serracchiani. Il Governo nazionale non ha ancora emanato il decreto per dare concreta attuazione alle procedure concorsuali. Eppure sono passati tanti mesi dalla legge: alla velocità verbale non è seguita quella reale. E in Friuli Venezia Giulia sono troppi i lavoratori precari che – invece di veder prorogati i contratti per partecipare ai concorsi appesi alla “non decisione renziana” – tornano a casa alla scadenza del rapporto a termine.
Nel solo mese di dicembre 2013 il servizio sanitario regionale ha fatto “cadere dal filo” circa 90 precari. Incredibile, ma è così. I grandi discorsi sui giovani , sul lavoro, sulla velocità di decisione hanno al momento prodotto due “non scelte”. La conseguenza è la perdita delle capacità professionali accumulate da tanti giovani nel lavoro quotidiano nei reparti ospedalieri e nel territorio. Ed anche l’indebolimento dei servizi in un momento chiave com’è quello della riforma della sanità della nostra regione.
Così non va. Al Governo spetta di emanare il decreto. Alla Giunta regionale spetta di disporre le proroghe. Lo facciano. Renzi e Serracchiani non possono dire “ci penserò domani” come nel finale di un vecchio film. Il futuro della sanità è adesso. E adesso devono decidere.
Alessandro Baldassi