Siglato l’accordo sul comparto unico
Regione, Anci, Upi, Uncem e sindacati hanno trovato l’accordo sul Comparto unico, primo passo verso la riforma delle autonomie locali avviata dall’assessore alla Funzione pubblica Paolo Panontin anche in vista della cancellazione delle Province.
Il protocollo sottoscritto ieri, dopo settimane di dibattiti e polemiche, seppur in via generica assicura innanzitutto la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali del personale. I futuri interventi nel settore, a maggior ragione in vista della riforma, dovranno prevedere innanzitutto il confronto tra le parti. Anzi, il Comparto diventerà esso stesso punto cardine della prossima legge. Si apre così un percorso per definire regole e indirizzi da seguire per la mobilità individuale e collettiva tra enti “valorizzando le competenze professionali esistenti”. È proprio la prospettiva delle riforme, insieme alla scarsità di risorse, ai vincoli del Patto di stabilità e ai blocchi del turn over, ad aver costretto Regione, Comuni, Province e forze sindacali a tirare una prima riga. «La riorganizzazione del pubblico impiego da realizzarsi anche attraverso gli opportuni interventi legislativi e i necessari passaggi contrattuali – si precisa nel documento – è resa del resto indifferibile dalla necessità di fare dell’amministrazione un elemento di sostegno alla competitività e all’attrattività del territorio attraverso la semplificazione burocratica e lo snellimento delle procedure».
L’accordo poi entra nel merito dei possibili scenari attesi per i prossimi mesi. Appoggiarsi ad esterni, ad esempio, sarà possibile per le amministrazioni solo nell’eventualità di problematiche specifiche e di mancanza di professionalità adeguate all’interno. La razionalizzazione della spesa per il personale, non definita però nei particolari, resta tra le priorità dell’intesa. I prossimi provvedimenti normativi per il settore, in ogni caso, avverranno nel rispetto dei contratti di lavoro; e, per quanto riguarda la mobilità , sono previsti progetti di formazione per il personale.
Parte anche il processo di riorganizzazione dei servizi a “burocrazia zero”, un tasto su cui premeva la Cgil soprattutto, per accelerare le procedure e i tempi degli uffici. Tutta da definire la partita dei rinnovi del Contratto collettivo regionale: il protocollo firmato ieri si limita a dare l’avvio a una valutazione tra le parti sulla compatibilità economica dell’operazione. «Abbiamo cominciato un lavoro, sono soddisfatto – commenta il segretario della Cgil Franco Belci – l’obiettivo è arrivare ad atti successivi e andare verso a una riforma del pubblico impiego per abbattere la burocrazia e, in questo modo, rendere più competitivo il nostro territorio». «Un momento importante – rileva Panontin – per valorizzare compiti e funzioni nell’ambito di una gestione uniforme delle risorse umane al fine di garantire una maggiore economicità ». (g.s.)