Verso le Uti: ecco la proposta dei sindacati sulla mobilità
L’utilizzo della mobilità volontaria per la gestione degli
spostamenti di personale dai Comuni alle Uti, garantendo l’opzione del
mantenimento dell’attuale sede di servizio. La definizione di criteri di
mobilità certi e oggettivi, che prevedano il mantenimento, per il personale
coinvolto, dello status contrattuale e dell’anzianità , con l’applicazione del
trattamento economico in vigore nell’ente di provenienza, se più favorevole. Lo
stanziamento di risorse economiche a favore del personale trasferito,
attingendo ai fondi regionali destinati ai Comuni per la costituzione delle Uti.
Sono questi i punti principali della proposta di accordo sulla
mobilità presentato dai sindacati del pubblico impiego alla Regione a agli enti
del comparto unico, nell’ambito del confronto sul processo di attuazione della legge
regionale di riforma delle autonomie locali. La proposta, come spiega la segreteria
regionale Fp-Cgil, è in linea con lo spirito del protocollo d’intesa del 10
marzo 2014, teso a definire nuove regole sulla mobilità indiuviduale e
collettiva, «da attuarsi con le procedure previste dall’attuale disciplina
contrattuale e valorizzando le competenze esistenti».
spostamenti di personale dai Comuni alle Uti, garantendo l’opzione del
mantenimento dell’attuale sede di servizio. La definizione di criteri di
mobilità certi e oggettivi, che prevedano il mantenimento, per il personale
coinvolto, dello status contrattuale e dell’anzianità , con l’applicazione del
trattamento economico in vigore nell’ente di provenienza, se più favorevole. Lo
stanziamento di risorse economiche a favore del personale trasferito,
attingendo ai fondi regionali destinati ai Comuni per la costituzione delle Uti.
Sono questi i punti principali della proposta di accordo sulla
mobilità presentato dai sindacati del pubblico impiego alla Regione a agli enti
del comparto unico, nell’ambito del confronto sul processo di attuazione della legge
regionale di riforma delle autonomie locali. La proposta, come spiega la segreteria
regionale Fp-Cgil, è in linea con lo spirito del protocollo d’intesa del 10
marzo 2014, teso a definire nuove regole sulla mobilità indiuviduale e
collettiva, «da attuarsi con le procedure previste dall’attuale disciplina
contrattuale e valorizzando le competenze esistenti».
UTI E MOBILITA’, LE RICHIESTE DEI SINDACATI (Nonsolopubblico n. 12 del 25 ottobre 2015)