Appalti Arcs e incentivi ai dipendenti: «Un mese di tempo per trovare una soluzione»
Confermato, ma congelato per un mese, lo stato di agitazione dei 26 dipendenti Arcs incaricati di seguire le procedure d’appalto, indetto da Fp Cgil e Cisl Fp per la mancata erogazione degli incentivi previsti dal codice degli appalti. Al tavolo di conciliazione convocato ieri dal Prefetto di Udine il direttore generale dell’Arcs Joseph Polimeni ha presentato un documento di marzo, firmato dalla Direzione centrale Salute della Regione, che sollecitava le tre aziende sanitarie, il Cro e il Burlo a mettere a disposizione dell’Arcs le risorse necessarie per l’erogazione degli incentivi, il cui mancato pagamento, in sostanza, sarebbe da ricondurre non alla responsabilità dell’Arcs, ma a quella delle aziende e degli istituti che le affidano la gestione delle gare.
Alla luce di questa richiesta, si legge in un comunicato firmato da Salvatore Montalbano (Cisl Fp) e Andrea Traunero, «le parti in causa hanno ritenuto opportuno sospendere per altri 30 giorni il tentativo di conciliazione, al fine di verificare se e come le Aziende sanitarie intenderanno procedere». Se da un lato ribadiscono che «la responsabilità dell’erogazione degli incentivi è in capo del datore di lavoro», Cisl e Cgil sottolineano anche le omissioni delle aziende, che «dovevano già da tempo – sostengono – dotarsi di uno specifico regolamento e di un capitolo di bilancio apposito». Da qui l’appello a mettere in campo «la volontà comune di tutte le parti in causa, Regione, Arcs e Aziende Sanitarie, di giungere all’unica soluzione che riteniamo accettabile: il pagamento di quanto dovuto al personale interessato, come previsto dalla normativa». Una soluzione, spiegano Montalbano e Traunero, che dovrà arrivare entro il 21 giugno, data della dead line fissata dal Prefetto. Se non sarà così, i sindacati sono pronti a mettere in campo «azioni di conflitto ancor più decise».