Arcs, in stato di agitazione i lavoratori che gestiscono le gare d’appalto
Sono in stato di agitazione i dipendenti Arcs (Azienda regionale di coordinamento per la salute) che gestiscono le gare d’appalto sopra la soglia europea. Si tratta di 26 lavoratori altamente qualificati, che dal 2019 chiedono invano di poter accedere agli incentivi tecnici e di risultato previsti per legge dal codice degli appalti, incentivi che dovrebbero essere corrisposto il personale interessato alle dipendenze di tutti gli enti pubblici regionali, sanità compresa.
A proclamare lo stato di agitazione la Funzione pubblica Cgil di Udine e la Cisl Fp regionale: un passo che segue la richiesta di nulla osta alla mobilità e al trasferimento presso altre amministrazioni, formalmente presentata a marzo dai lavoratori interessati, vista la mancanza di risposte da parte di Arcs sull’erogazione degli incentivi previsti dalla legge. «A rincarare la dose – si legge in una nota firmata da Andrea Traunero e Claudio Di Ottavio per la Cgil, Salvatore Montalbano e Romina Dazzara per la Cisl – ci hanno pensato Asufc, Asfo e Asugi, che si rifiutano di corrispondere gli incentivi, pur prevedendone formalmente il riconoscimento».
Quando ad Arcs, ricordano ancora Cgil Cisl, «l’attuale direzione dichiara di essersi impegnata in questi anni nel tentativo di far riconoscere ai propri dipendenti quanto già viene erogato in Italia dalle stazioni appaltanti pubbliche». Le convenzioni che dovrebbero regolare i rapporti di tra l’Arcs e le Aziende del servizio sanitario regionale, pur previste dalla normativa in materia, restano però bloccate da un rimpallo di competenze tra i rispettivi vertici aziendali. «E un identico stallo si registra nei rapporti tra Arcs e la Centrale unica di committenza Fvg», rilevano i sindacati, che giudicano insostenibile la situazione e rivendicano misure urgenti per sbloccare gli incentivi.