Arpa, ripristinare le relazioni sindacali

Relazioni sindacali al minimo storico in Arpa, in seguito alla rottura tra la direzione generale e la Funzione pubblica Cgil, l’organizzazione più rappresentativa tra il personale dell’agenzia, con il 65% di preferenze nelle ultime elezioni Rsu. A segnalarlo è Andrea Traunero, della segreteria regionale Fp, assieme al delegato Ivan Ciani, che imputano la rottura alla gestione autoritaria dei rapporti con i lavoratori e il sindacato da parte della direzione generale, segnati da scelte unilaterali (tra queste anche la chiusura del riscaldamento nelle cinque sedi nella primavera 2023, nonostante le temperature rigide) e da «continui ritardi nel confronto con le rappresentanze sindacali, in contrasto con quanto previsto dagli accordi esistenti in materia di contrattazione».

Già tese nel 2023, le relazioni si sono ulteriormente inasprite nel 2024, a causa di una riorganizzazione interna che ha comportato trasferimenti delle attività di analisi e la chiusura, di fatto, del laboratorio di Trieste. «In un contesto di profonda riorganizzazione dell’agenzia e di diffuso malessere tra i lavoratori – spiega Traunero – la Fp si sarebbe aspettata una maggiore attenzione verso i problemi illustrati dai dipendenti. Non è stato così. Invece di risolvere le criticità, la direzione generale e parte della dirigenza hanno utilizzato il sistema di valutazione dei dipendenti per penalizzare quelli che avevano segnalato con una lettera i problemi sul campo, penalizzandoli nella scheda che regola l’accesso agli incentivi contrattuali e alle progressioni economiche orizzontali. Come dire che le criticità vanno censurate e sbaglia chi commette l’errore di disturbare il conducente». L’unica strada per invertire la tendenza, secondo Traunero, «passa per il ripristino di corrette  relazioni sindacali su tutte le materie oggetto di confronto e contrattazione, con l’obiettivo prioritario di ricostruire un ambiente di lavoro teso al benessere organizzativo, anche attraverso applicazioni contrattuali che valorizzino adeguatamente l’elevata professionalità dei lavoratori dell’agenzia». Se non sarà così la Funzione pubblica Cgil è pronta a «mettere in atto tutte le azioni necessarie a difesa dei diritti dei lavoratori, a partire dalla proclamazione dello stato di agitazione».