No all’esternalizzazione dei punti prelievo
Un deciso no all’esternalizzazione dei punti prelievo. A prendere posizione è la Funzione pubblica Cgil del Friuli Venezia Giulia, con la segretaria generale Orietta Olivo e il responsabile sanità Andrea Traunero, che esprimono «profonda preoccupazione e una ferma contarietà » alla proposta,avanzata dal direttore generale dell’Arcs Joseph Polimeni, che prevede l’affidamento in appalto dei servizi di prelievo, attraverso un partenariato pubblico-privato. Partenariato che, scrivono Olivo e Traunero in una nota, sarebbe «una mera esternalizzazione del servizio».
«I punti prelievo del Friuli Venezia Giulia – sostengono i due rappresentanti della Fp- Cgil – sono esempi di efficienza e vicinanza alle esigenze dei cittadini, gestiti da personale altamente qualificato e devoto al suo lavoro. Il trasferimento di questi servizi al settore privato rischia di disperdere queste competenze e di compromettere la qualità dell’assistenza sanitaria». Non solo, il 90% del personale impiegato nei punti prelievo è specializzato nel proprio ruolo. Trattandosi inoltre «di lavoratori “usurati” e avanti con l’età, quindi con prescrizioni di inidoneità fisica che non permettono loro di essere impiegati nelle corsie dei reparti tradizionali, il loro ricollocamento risulterebbe problematico, se non impossibile».
La proposta, secondo la Cgil, è parte di «un’escalation nelle ipotesi di partenariato pubblico-privato e di esternalizzazione di parti cruciali della sanità pubblica, che comprendono servizi essenziali come i punti prelievo, appunto, come l’intero servizio di radiologia della provincia di Pordenone e le primi linee dei pronto soccorso». Da qui i rischi non solo per la qualità e l’accessibilità dei servizi sanitari, ma più in generale per il principio di un sistema sanitario finanziato pubblicamente e orientato al bene comune. «Una chiara abdicazione – concludono Olivo e Traunero – alla responsabilità di garantire la salute pubblica affidata a chi governa, pro-tempore, questa regione».